Il giudice del lavoro riconosce il diritto della consigliera di parità di agire in giudizio.

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“La Corte di Appello di Firenze, Sezione Lavoro, ha annullato la decisione di primo grado, riconoscendo il diritto della consigliera di parità di intraprendere azioni legali in modo collettivo per controversie relative ai diritti e alle tutele delle lavoratrici, in particolare riguardo agli orari di lavoro e alle pause durante l’attività lavorativa. Inoltre, ha disposto un risarcimento del danno di entità significativa in suo favore.”

Queste parole sono state diffuse da Maria Grazia Maestrelli, consigliera di parità della Regione Toscana, il giorno dopo la sentenza con cui la Corte di Appello di Firenze ha condannato per comportamento discriminatorio una compagnia assicurativa che aveva negato a madri di figli minorenni o familiari in necessità di assistenza la possibilità di ridurre la pausa pranzo per consentire loro di uscire anticipatamente dal luogo di lavoro.

La consigliera di parità toscana ha promosso il ricorso in appello, assistita dalle avvocate Lisa Amoriello e Irene Romoli. Con l’accoglimento del ricorso, la Corte ha imposto alla società un risarcimento di 10mila euro a favore della consigliera di parità e le spese legali per entrambi i gradi di giudizio.

“Oltre alla profonda soddisfazione per l’accoglimento della nostra istanza, siamo in attesa delle motivazioni. Questa sentenza rappresenta un passo avanti importante: le donne lavoratrici possono contare su figure istituzionali e su strumenti aggiuntivi per tutelare i loro diritti”, ha dichiarato la Consigliera, mettendo in evidenza i “tratti innovativi” della decisione della Corte sul piano procedurale.

“Questa sentenza riveste un significato notevole, poiché – ha spiegato Maestrelli – il riconoscimento del diritto delle consigliere di parità ad agire, insieme alla condanna della società al risarcimento, fortifica le protezioni per le lavoratrici, a partire dalla conciliabilità tra vita privata e lavoro.”

“Spero che questa decisione possa fungere da precedente e costituire la base per un orientamento future consolidato”, ha concluso la consigliera di parità toscana, sottolineando che “il risarcimento ottenuto sarà, una volta incassato, destinato al budget istituzionale di funzionamento della consigliera di parità.”

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