Attrazione di investimenti: la Toscana si riconferma ai vertici

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La Toscana continua a dimostrare la sua capacità di attrarre investimenti internazionali, sia a livello nazionale che europeo: 1.391 aziende con partecipazione estera (il 4,4% del totale nazionale), 90.175 posti di lavoro (il 7,7% del totale occupato nella regione), con un impatto economico pari al 15,5% del valore aggiunto generato complessivamente dalle imprese locali, percentuale che sale al 20,9% nel settore manifatturiero. Questi dati sono emersi dal rapporto ‘La partecipazione della Regione Toscana nelle catene del valore globale’ elaborato dall’Università di Milano Bicocca e dalla ricerca sulle imprese estere in Italia condotta dall’OIE (Osservatorio Imprese Esterne), presentati oggi all’Annual Meeting di Invest in Tuscany tenutosi a Palazzo Borghese, a Firenze. Un incontro annuale dedicato all’analisi e alla condivisione di previsioni, obiettivi e strumenti del settore.

“Invest in Tuscany – ha dichiarato il presidente Eugenio Giani – rappresenta una realtà consolidata di cui siamo orgogliosi, un servizio che facilita l’attrazione di investimenti sul territorio. I dati presentati oggi dai vari studi evidenziano una regione che, nell’ultimo anno, ha attratto investimenti da 103 imprese straniere, generando un fatturato di circa 3 miliardi e creando oltre 3.000 posti di lavoro. Questo è ulteriore prova della capacità della Toscana di attrarre capitali e interesse. Siamo senza dubbio una delle regioni più efficaci in Italia per questo”.

Anche il Rapporto 2025 della ‘Community Toscana’ redatto da TEHA Group fornisce un quadro positivo, esaminando i primi 9 mesi del 2024: l’export toscano aumenta dell’11,7% rispetto al 2023, raggiungendo un valore di 46 miliardi di euro, trainato principalmente dai settori farmaceutico e orafo; tasso di disoccupazione in diminuzione del 5,4% (il livello più basso dal 2018); il tasso di occupazione nella fascia di età 20-64 anni raggiunge il 76%, terzo valore più alto in Italia dopo Trentino – Alto Adige (79%) e Valle d’Aosta (78%), rispetto a una media nazionale del 67%. Analogamente, l’occupazione femminile si attesta al 68%, contro una media italiana del 57%.

La Toscana ha migliorato le sue performance rispetto alla rilevazione del 2024 in 26 indicatori (3 indicatori di macro-obiettivi e 23 KPI “verticali”) su 35 esaminati per valutare la competitività della regione rispetto agli altri territori italiani, considerando aspetti come l’apertura al business, l’innovazione e la transizione digitale, il mercato del lavoro e l’istruzione, la transizione energetica e verde, e le infrastrutture materiali e immateriali. Inoltre, per quanto riguarda la transizione sostenibile, la Toscana si classifica quarta in Italia nel 2023 per incidenza della produzione da fonti energetiche rinnovabili (FER, escludendo la componente idroelettrica): 92,7%, rispetto alla media nazionale del 65,2%.

Secondo il Rapporto Ambrosetti, è necessario migliorare in aree come l’incidenza di start-up innovative, l’export di prodotti hi-tech e la presenza di aziende attive nell’e-commerce. Ad esempio, meno della metà delle aziende toscane ha integrato soluzioni avanzate nel campo della cybersecurity. La situazione è simile anche per la robotica avanzata e la realtà aumentata. È fondamentale promuovere una sinergia tra tutti gli attori dell’imprenditoria, delle istituzioni, del sistema formativo e della ricerca, e della società civile. La direzione da seguire implica un processo di reindustrializzazione basato su due direttrici: il rafforzamento dei settori industriali tradizionali e il sostegno allo sviluppo di settori emergenti e ad alta tecnologia. Questo processo non è solo una risposta alle crisi industriali locali, ma rappresenta anche un potente motore per attrarre nuovi investimenti, sia nazionali che internazionali.

(Ha collaborato Mariangela Della Monica, ufficio stampa Fondazione Sistema Toscana)

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