Quando il sogno di una nuova casa si trasforma in un "incubo di minacce, violenze e aggressioni"

Quando il sogno di una nuova casa si trasforma in un “incubo di minacce, violenze e aggressioni”

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Acquistare una casa può spesso aprire nuove porte nella vita, segnando, per molti, l’inizio di un nuovo capitolo personale. Tuttavia, non sempre va così: talvolta, l’acquisto di una nuova proprietà si trasforma in un incubo, una storia incredibile costellata di minacce, aggressioni, sopraffazioni e rabbia.

Questa è la vicenda di un cittadino dell’Empolese Valdelsa che ha condiviso con gonews.it la sua esperienza straordinaria, una storia incentrata su due elementi principali: l’acquisto di un appartamento in un condominio bifamiliare e le minacce, gli abusi e le violenze – secondo quanto riferito – subite dai vicini di casa e non solo.

La storia inizia nel 2021 con l’acquisto di un appartamento al secondo piano di un condominio bifamiliare nella zona dell’Empolese Valdelsa da parte del nostro lettore e della sua compagna. Dopo aver acquistato l’immobile, la coppia decide insieme ai vicini di avviare le pratiche per beneficiare del Superbonus edilizio del 110.

I lavori sono seguiti da un’ingegnere che presenta una società edile per l’esecuzione dei lavori. Fin dall’inizio, iniziano a manifestarsi alcune anomalie, racconta il lettore: “Il personale al lavoro non corrisponde a quello indicato, il tetto viene smontato e viene installata una sovra-copertura, e i proprietari scoprono che la società edile non è adeguatamente assicurata.” Inoltre, si scopre che il direttore dei lavori, progettista e responsabile della sicurezza, non è l’ingegnere con cui i proprietari avevano interagito, ma un altro soggetto che non ha mai visitato il cantiere.

Nel dicembre del 2022, durante la gettata del solaio, si verifica il crollo del tetto che coinvolge tre stanze, rendendo l’abitazione inagibile. Il lettore spiega che la responsabilità del crollo “sarebbe stata divisa al 50% tra il tecnico e l’impresa, con danni stimati in migliaia di euro.” I solai, però, saranno ripristinati a spese proprio del lettore. Ma le sventure non finiscono qui.

L’impresa edile, infatti, “richiede 10.000 euro per ricominciare a lavorare in cantiere“, e il lettore lo definisce un vero e proprio “pizzo” con la “minaccia di non completare i lavori“. L’uomo si rifiuta di pagare, rescinde il contratto con l’impresa edile e chiede la liberazione del cantiere, ma l’ingegnere emette un ordine di servizio e diffida l’impresa dal smontare il ponteggio, che quindi non verrà rimosso.

Al momento della liquidazione delle assicurazioni, si scopre che l’impresa edile era sotto-assicurata e pagherà così solo una piccola parte del danno causato. I lavori riprendono sotto la supervisione di una nuova ditta edilizia, ma a causa di quelli che vengono definiti “errori e mancanze da parte dell’Ingegnere“, i costi per la coppia aumentano ulteriormente. La coppia decide quindi di recarsi nello studio dell’ingegnere per richiedere l’attivazione della polizza professionale, ma, secondo il lettore, il professionista li ha addirittura aggrediti. Durante un appuntamento successivo, riceveranno anche minacce: “conosco la Guardia di Finanza e i Carabinieri di tutta la Toscana, nessuno mi può toccare! Fammi pure causa, non ho niente intestato, pensi forse che ho fatto il 110?“. La coppia presenterà quindi un esposto alla Guardia di Finanza contro il professionista che l’anno scorso sarebbe stato oggetto di un procedimento presso l’Ordine degli Ingegneri per altri “fatti simili.

Lo studio tecnico dell’ingegnere rimette il mandato dei lavori non conclusi e l’abitazione rimane inagibile, mentre l’ingegnere dichiara di non avere più alcuna responsabilità nel cantiere e sul ponteggio (non a norma). Alla richiesta di inviare i documenti del cantiere da parte della coppia, dopo innumerevoli PEC, “vengono inviati solo pochi documenti, e nessuno di quelli richiesti.

Parallelamente alla situazione edilizia, ha preso avvio un vero e proprio incubo per il lettore, sempre relativo alla casa bifamiliare. Il ponteggio abusivo diventa un pretesto per “ripetute minacce e aggressioni da parte della famiglia dei proprietari dell’altro appartamento dell’immobile“, che avevano anch’essi aderito al Superbonus 110.

Nell’estate del 2022, un parente della vicina chiama il nostro lettore per “problemi relativi al ponteggio“, ma l’incontro non dà luogo a una conversazione civile, solo a “offese e minacce” con frasi come “Ti taglio la gola“, racconta il lettore. Inizia così un lungo periodo di angherie e persecuzioni di ogni tipo, comprendenti violenze, denunce e ricoveri in ospedale.

Dopo quel primo incontro turbolento, il lettore trova sulla sella della sua moto bigliettini con frasi minacciose come “Te la buttiamo in terra. Non ce la ritrovi più.” La situazione precipita nel dicembre del 2022, quando il lettore scopre che al piano terra un locale destinato a magazzino viene utilizzato abusivamente come abitazione da un altro parente della vicina, e che su un muro portante è stata costruita abusivamente una finestra. Quando il lettore chiede spiegazioni ai vicini, ne scaturisce una nuova lite con le solite minacce di morte. Pochi giorni dopo, a fine dicembre, avviene, come già accennato, il crollo del tetto.

La finestra abusiva è stata segnalata alla polizia municipale, che ha più volte intimato la chiusura della finestra, e la questione è anche approdata in consiglio comunale a Empoli.

La primavera del 2023 è caratterizzata da innumerevoli minacce e dallo scarico di materiali edilizi provenienti da altri cantieri all’interno della casa. Gli episodi continuano a susseguirsi e ad intensificarsi. Un giorno, il lettore racconta “di essersi trovato davanti al suo terrazzo, sopra il ponteggio, un parente della vicina.” Alla richiesta di spiegazioni, seguita un’altra minaccia: “Ti rovino, ti do fuoco.

Nel aprile del 2024, i vicini del lettore decidono di appaltare lo smontaggio del cantiere; il lettore non si oppone a patto che la ditta incaricata abbia un contratto regolare. Tuttavia, la ditta si presenta priva di qualsiasi tipo di assicurazione e, al rifiuto di svolgere il lavoro, il capo della ditta si presenta comunque in cantiere e inizia a smontare la struttura. Quando il lettore avverte le forze dell’ordine, viene avvicinato dal capo cantiere e da un parente della vicina, che iniziano ad aggredirlo verbalmente. La situazione si fa subito tesa quando il capo cantiere, spiega il lettore, “con in mano una chiave inglese da 30 cm cerca di colpirmi alla testa“, ferendolo anche alla spalla. La colluttazione coinvolge anche la compagna del nostro lettore, che subisce “una forte gomitata allo zigomo sinistro.” La polizia interviene e ferma il capo cantiere in flagranza, ma i lavori di smontaggio continuano anche in presenza delle forze dell’ordine, nonostante l’intervento fosse stato richiesto proprio per fermare l’irregolarità. Neanche l’arrivo dell’ingegnere attualmente incaricato di seguire il cantiere ha avuto effetto, poiché ordina di non proseguire con lo smontaggio, ma i lavori proseguono comunque, senza assicurazione e certificazioni.

L’ultimo episodio si verifica a settembre, quando, giunto davanti alla sua abitazione, il lettore scopre il viale e le scale di casa ricoperte di calcinacci. Tutte le aggressioni, minacce e intimidazioni sono state segnalate alle forze dell’ordine e regolarmente denunciate.

Una storia assurda fatta di inganni, irregolarità e violenze, fisiche e verbali, che hanno reso gli ultimi anni del neoproprietario un vero e proprio incubo. Non è la prima volta che emergono irregolarità riguardanti la gestione del Bonus edilizio 110%, e appare incomprensibile come, a fronte di tante denunce e segnalazioni alle forze dell’ordine, a distanza di due anni, il lettore sia ancora a una rampa di scale dai propri vicini.

 

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