Negli ultimi giorni si sta discutendo del fenomeno del “needle spiking” a seguito di due episodi avvenuti a Pisa, dove alcune persone sono state punte con una siringa nel fine settimana scorso. L’autore di queste aggressioni è attivamente ricercato in città. Il primo caso era stato denunciato a settembre, mentre nei giorni scorsi sono emerse, tramite social, le testimonianze di due vittime. Entrambe sono ragazze, come riportato in alcune chat sulla pagina “memesunipi”. La prima segnalazione risale a sabato 18 gennaio, in area aeroporto; la seconda si è verificata il giorno successivo nei pressi della stazione, recentemente dichiarata zona rossa.
Sabato, dopo le 18, sul cavalcavia San Giusto, una delle vittime ha subito una puntura, come descritto in uno screenshot del messaggio che circola sui social, che offre anche una descrizione dell’aggressore: un uomo alto circa 1 metro e 70, “visto solo di schiena”. Le informazioni in circolazione indicano che l’aggressore si sarebbe coperto il viso con un cappuccio.
“Dopo pochi istanti ho avvertito la puntura, mi sono girata e l’ho visto piegato, ma poi è scappato via di corsa. Volevo diffondere la notizia il più possibile e avvisare tutti, in particolare le ragazze che si trovano a passeggiare sole a Pisa, di prestare molta attenzione”. La vittima ha dichiarato a La Nazione di stare bene fisicamente, ma “psicologicamente sono giù”, raccontando di aver visitato l’ospedale per la profilassi e di aver contattato la polizia. Il 19 gennaio, su viale Bonaini, non lontano dalla zona del primo attacco, una seconda segnalazione, sempre riportata dalla pagina Instagram, parla di “un’altra ragazza punta con una siringa” da un uomo che corrisponde alla descrizione fornita, fuggito con il cappuccio in testa subito dopo. Sul fenomeno sono in corso indagini da parte della squadra mobile della questura di Pisa.