Per l'8 marzo, un toscano su due regalerà mimose.

Per l’8 marzo, un toscano su due regalerà mimose.

37 0

Circa un toscano su due (45%) prevede di omaggiare mimose o un altro fiore in occasione della festa dell’8 marzo. La mimosa, simbolo della femminilità e delle donne, si riconferma come il regalo preferito, anche grazie all’impegno dei florovivaisti, che stanno facendo il possibile per mantenere la disponibilità del fiore, nonostante un calo produttivo del 15%-20% causato da avversità climatiche. Questo è quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Toscana in previsione della Festa della donna; un altro 14% opterà per dolci, cioccolatini o altro, mentre il 41% non farà regali.

In questa speciale ricorrenza, la Toscana continua ad affermarsi come un’importante area di produzione di questa pianta, il cui sbocciare segna l’inizio della Primavera. A Pescia, nel distretto vivaistico di Pistoia, si trova uno dei principali vivai d’Italia, che da 25 anni si dedica alla coltivazione di mimose in vaso, destinate a giardini, parchi e alla produzione di fiori recisi.

La coltivazione della mimosa è considerata un’autentica arte e viene perpetuata da quattro generazioni all’azienda Nannini Vasco e Fratelli, che è diventata un punto di riferimento per la coltivazione di questa pianta sempreverde, appartenente alla famiglia delle Fabaceae. Essa si manifesta in innumerevoli varietà di acacia dealbata, le quali si differenziano per forma del fiore, fogliame, tonalità di giallo e periodo di fioritura.

Gabriele Nannini, 27 anni, è l’erede dei segreti sull’allevamento delle mimose dell’azienda fondata dal bisnonno Mario. “Le mimose più comuni, che vediamo nei giardini, appartengono alla varietà Gouloise, ma ci sono moltissime varietà. Da noi ne coltiviamo circa dieci. In Italia, le più richieste per il fiore reciso da regalare per la Festa della donna sono la Gouloise e la Mirabilia. Vendiamo sia piantine in vaso tramite garden center, sia piante ai grossisti di mimose recise, inclusi quelli della riviera ligure. I nostri mercati principali all’estero sono Francia e Romania.”

In Italia, la vendita della mimosa è strettamente legata al periodo della Festa della donna, con un picco nelle vendite che si concentra in poco più di un mese. All’estero, in particolare in Francia, sulla Costa Azzurra, è dedicata una strada alla festività, un percorso di 130 chilometri che da gennaio a marzo offre uno straordinario spettacolo di fioriture. Infatti, la mimosa è un fiore per tutte le stagioni, in grado di fiorire in diversi momenti dell’anno a seconda della varietà, raggiungendo altezze varie.

Per la Festa della Donna, circa 1,2 milioni di chili di mimose, equivalenti a 12 milioni di mazzetti da 100 grammi, verranno destinate al mercato italiano, secondo una stima di Coldiretti, che rappresenta oltre la metà della produzione italiana, dove l’export gioca un ruolo significativo.

I prezzi variano notevolmente in base alla dimensione del mazzetto, come evidenziato da Coldiretti Toscana, partendo da 10 euro per i rametti più piccoli, fino a 20 euro o oltre per i mazzi più grandi o per le piante in vaso. Coldiretti consiglia di acquistarli direttamente dai florovivaisti o nei vivai, per garantire un’origine nazionale delle mimose e contrastare l’abusivismo dei venditori improvvisati, tutelando al contempo il proprio budget.

Scegliere fiori italiani non solo sostiene le imprese e l’occupazione locali, ma contribuisce anche a far fronte a un periodo reso difficile dall’aumento dei costi energetici. Le aziende agricole, già colpite da problemi climatici, devono affrontare anche l’esplosione dei costi di produzione necessari per mantenere alta la qualità dei fiori e preservare i prodotti, come affermato da Coldiretti.

L’acquisto della mimosa, oltre a simboleggiare la presenza femminile, rappresenta un’importante sensibilità ambientale. Secondo Coldiretti, scegliere questo fiore significa supportare una coltivazione realizzata in Italia con metodi eco-compatibili, prevalentemente in tradizionali terrazzamenti affacciati sul mare, che altrimenti rischierebbero di degradarsi e abbandonarsi.

Introdotta in Europa attorno al 1820, la mimosa ha trovato un clima favorevole in Italia, diventando dal 1946 il simbolo dell’8 marzo nel nostro paese. Tra le varietà più comuni vi sono la Floribunda e la Gaulois, quest’ultima particolarmente rigogliosa.

Le foglie di mimosa, caratterizzate da piccole foglioline verde chiaro, reagiscono in modo particolare in caso di pericolo; ritraendosi quando vengono toccate o quando la temperatura supera i 20 gradi. Questo comportamento ha ispirato il suo nome scientifico “mimus”, derivante dal latino “attore mimico”. Per mantenere freschi i ramoscelli di mimosa e i loro fiori gialli, Coldiretti consiglia di tagliare gli steli e immergerli per almeno due ore in acqua fresca acidulata con alcune gocce di limone.

Infine, è fondamentale posizionare i ramoscelli in un luogo fresco e ombreggiato, mantenendo l’ambiente umido, poiché la mimosa tende a perdere molta acqua attraverso la traspirazione. È cruciale evitare che questa perdita di liquidi porti ad una rapida appassimento dei fiori, come avverte Coldiretti.

Fonte: Coldiretti – ufficio stampa

<< Indietro



Fonte notizia

Related Post