Inaugurata a Castelfranco la panchina dedicata alle vittime delle foibe e agli esuli giuliano-dalmati.

Inaugurata a Castelfranco la panchina dedicata alle vittime delle foibe e agli esuli giuliano-dalmati.

27 0

Una panchina per non dimenticare le vittime delle foibe e gli esuli giuliano-dalmati. Con questa iniziativa, l’Associazione Nazionale Carabinieri di Castelfranco di Sotto e il Comitato 10 Febbraio hanno scelto di commemorare quei tragici eventi in un luogo tramite un simbolo. È così nata l’idea di posizionare una panchina tricolore anche a Castelfranco di Sotto, in piazza Garibaldi. La panchina, come spiegato dal presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio, rappresenta un modo più contemporaneo rispetto a monumenti o altre iniziative per mantenere viva la memoria storica delle vittime delle foibe e dell’esodo forzato delle popolazioni di lingua e cultura italiana dell’Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia, costrette a fuggire dai partigiani comunisti del generale Tito.
Durante le celebrazioni a Castelfranco di Sotto, erano presenti i promotori, tra cui il presidente della locale sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri, maresciallo Ugo Nitto, e il vicepresidente brigadiere Nicola Angioi, che hanno installato la targa della loro associazione. Anche Barbara Badalassi, rappresentante del Comitato 10 Febbraio, ha posizionato la propria targa, insieme a ospiti e testimoni storici come Clelia Kolman, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, e Guido Giacometti, presidente regionale della stessa associazione.

Clelia Kolman ha fatto l’intervento più toccante; arrivata in Italia come esule da piccolissima, ha vissuto fin dalla giovinezza le difficoltà affrontate da chi proveniva dalla giuliano-dalmata, passando attraverso i campi profughi. Arrivò in provincia di Pisa, dove è poi rimasta a vivere. Come racconta la presidente dell’associazione, il percorso non fu facile: “Ero bambina e i miei genitori cercarono di non farmi percepire le difficoltà che affrontavamo, ma per anni abbiamo vissuto in campi profughi recintati da filo spinato, come se fossimo persone da segregare. Anche per gli italiani di Pisa quel periodo era difficile; era l’immediato dopoguerra e ci consideravano come coloro che venivano a rubare il lavoro. Questa situazione fu certamente aggravata dalla narrazione del partito Comunista di quel tempo, che presentava noi come persone da evitare, descrivendo la nostra terra di origine come un “eldorado”, dove avremmo potuto stare bene sotto il comunismo di Tito. In realtà, eravamo fuggiti, abbandonando tutto: la nostra storia, le nostre case, i nostri luoghi, per sottrarci alla dittatura. Dopo quanto accaduto con le foibe, la paura per la propria vita era costante; non era possibile vivere serenamente in una terra dominata da un regime comunista per noi italiani. Vorrei esprimere un sincero ringraziamento all’amministrazione comunale di Castelfranco di Sotto, all’Associazione Nazionale Carabinieri, dato che anche l’Arma ebbe i suoi caduti nelle foibe, e al Comitato 10 Febbraio per questa cerimonia e per la panchina tricolore, poiché occasioni come queste ci permettono, noi esuli istriani, di raccontare ciò che abbiamo subito e di rivitalizzare una storia spesso cercata di essere occultata.”

Alla cerimonia hanno partecipato oltre 50 persone, tra cui il comandante della stazione di Castelfranco, Nicola Caiti, l’ex comandante Emanuele Quaranta, i membri della giunta comunale, il consigliere di opposizione Stefano Pertici, un rappresentante dei bersaglieri, e i rappresentanti della Croce Rossa di Castelfranco di Sotto, dell’Associazione Auser, dell’Associazione Four Roses, della Misericordia di Villa Campanile, dei donatori di sangue di Villa, della Podistica Castelfranchese e di molte altre associazioni della provincia di Pisa.

“Questa iniziativa è stata lanciata il 2 giugno dello scorso anno”, spiega il presidente del Comitato 10 Febbraio, Silvano Olmi, che ha partecipato anche se a distanza. “Sono già circa un centinaio – continua il presidente – i comuni che vi hanno aderito. Abbiamo definito queste panchine come le ‘panchine del ricordo’. Abbiamo optato per questa soluzione perché la panchina rappresenta un modo moderno di ricordare. Quando una persona arriva, vede la panchina tricolore, legge la targa che ne spiega il significato e si innesca un momento di riflessione sui fatti storici. Sono contento che Castelfranco di Sotto abbia aderito a questa iniziativa. È un modo moderno di mantenere viva la memoria e trasmettere alle nuove generazioni un pezzo di storia. Queste panchine sono state collocate in vari parchi pubblici, come a Grosseto, e so che Castelfranco di Sotto ha intrapreso la stessa via.”
Il Comune di Castelfranco di Sotto ha accolto con favore la proposta di collocare questa panchina proveniente dall’Associazione Nazionale Carabinieri e dal Comitato 10 Febbraio.

“Non è giusto dimenticare queste vittime”, afferma il sindaco Fabio Mini, “e non deve essere trascurato ciò che patirono gli istriani al loro rientro in Italia. Sappiamo che per motivi ideologici, anche strumentali, per anni si è negata la verità sulle foibe e che gli italiani che tornarono dovettero affrontare spesso l’ostilità di una parte politica. Tutto questo non può e non deve essere dimenticato.”

“Abbiamo ritenuto fondamentale – spiega l’assessore Nicola Sgueo – sostenere questa iniziativa, poiché ci offre l’opportunità di fissare un punto, un luogo da associare alla memoria storica degli eventi che colpirono le popolazioni italiane dell’Istria. Questa panchina intende fungere sia da memoriale per le vittime delle foibe, sia da commemorazione dell’esodo forzato cui furono sottoposti i nostri connazionali dopo la guerra. È anche un modo per sottolineare che i totalitarismi del ‘900 hanno legittimato crimini contro l’umanità che non possono essere accettati né giustificati. Un simbolo è un richiamo a tutti noi per non dimenticare un momento storico che è costato la vita a migliaia di persone, come nel caso delle foibe, e a milioni se si considera anche gli altri drammi del ‘900. Solo conoscendo e ricordando ciò che è accaduto possiamo sperare che tali tragedie non si ripetano, anche se i vari conflitti aperti nel Mediterraneo e alle porte dell’Europa ci avvertono che non è così difficile cadere nuovamente in guerra se non rimaniamo vigili.”
Comune

Fonte: Comune di Castelfranco di Sotto – Ufficio stampa

<< Indietro



Fonte notizia

Related Post