Giustizia per Maati: Giani presente in piazza a Certaldo per la commemorazione.

Giustizia per Maati: Giani presente in piazza a Certaldo per la commemorazione.

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Oggi pomeriggio, alla manifestazione in memoria di Maati Moubakir, svoltasi in piazza Boccaccio a Certaldo, era presente anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. L’evento è stato organizzato dai familiari del 17enne certaldese tragicamente ucciso la notte del 29 dicembre 2024 a Campi Bisenzio.

Giustizia per Maati! Questo è stato lo slogan che ha riempito l’aria, riprodotto su centinaia di fogli colorati con l’immagine del giovane, ribadito nei vari discorsi pronunciati dal sagrato della chiesa. Si parla di giustizia, ma in un’accezione elevata ed etica, non solo come tema da svolgere nelle aule di giustizia.

Attorno a cinque parole chiave, esemplificate anche su grandi cartelli, si sono snodati gli interventi: Giustizia, Amore, Rispetto, Empatia, Verità. La morte di Maati è stata sottolineata come un segnale di una società in difficoltà, e l’insegnamento da trarne deve essere quello di ripartire dalle basi, ricostruendo un tessuto di umanità, valori, solidarietà e fratellanza che è andato perduto.

“Dobbiamo recuperare principi e valori per ricostruire una convivenza civile che abbiamo smarrito – ha dichiarato il sindaco di Certaldo, Giovanni Campatelli – L’educazione è vista come un concetto obsoleto, ma è proprio quella che è venuta a mancare; la mancanza di educazione civica porta a comportamenti che sfociano in tragedie come quella della morte di Maati. Ho proclamato il lutto cittadino per riflettere su come riportare un saper vivere civile che, con questo omicidio, sembra essere andato perso.”

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha affermato: “Ringrazio la comunità di Certaldo per la sua numerosa presenza, che dimostra la volontà di abbattere ogni forma di omertà e chiedere giustizia. Non possiamo accettare che un ragazzo di 17 anni sia stato brutalmente aggredito. Un giovane che cercava solo di divertirsi, circondato e brutalmente aggredito. È una cosa inaccettabile.” Giani ha poi espresso gratitudine alle forze dell’ordine e alla magistratura per le indagini rapide e ha incoraggiato chiunque avesse visto qualcosa a non mantenere il silenzio, sottolineando che l’omertà non ha posto in Toscana. Ha concluso: “Quanto accaduto ci impone di riflettere; dobbiamo dialogare di più con i nostri giovani, questa mentalità di branco non è accettabile. Anch’io ho un figlio di 17 anni ed è una situazione che mi ha profondamente colpito.”

“Io sono la madre di Maati, e questa è la famiglia di Maati,” ha detto la madre, Silvia Baragatti, introducendo le persone accanto a lei e leggendo da un foglio per esprimere le sue emozioni. “Vi abbiamo riunito perché Maati era nostro figlio, ma oggi è figlio di tutta la comunità, poiché ciò che è successo a lui avrebbe potuto succedere a chiunque. Sono venti giorni che mi sveglio alle cinque del mattino ripensando a quanto accaduto. Immagino mio figlio circondato e abbandonato, che cercava aiuto in un pullman ma è stato portato via e massacrato.”

Successivamente, alcuni giovani amici di Maati e amici adulti della famiglia hanno condiviso discorsi ispirati alle cinque parole chiave: Giustizia, Amore, Rispetto, Empatia, Verità.

Alcuni hanno descritto Maati come un ragazzo solare e pieno di vita, che trasmetteva positività e sognava in grande, in particolare con la sua passione per il calcio. Un giovane che amava vivere, scoprire e sorprendersi, e che ora merita di essere ricordato.

Le parole degli adulti hanno messo in risalto la necessità di una giustizia giusta, non vendicativa ma capace di attribuire a ogni responsabile la pena adeguata. C’è stato anche un invito a riscoprire l’amicizia vera, il coraggio e lo spirito di altruismo, l’empatia e il rispetto per chi è diverso da noi, così come l’amore disinteressato per il prossimo in un mondo in cui l’egoismo incessante regna sovrano. Molti interventi hanno fatto eco a un appello comune: costruiamo insieme una nuova società che non tolleri la violenza. La sorella di Maati, Alima, ha letto con emozione alcune sue parole.

Alla fine della cerimonia, il padre di Maati, Farid Moubakir, presente in ogni momento, ha spiegato di non sentirsi in grado di fare un discorso, ma ha espresso il desiderio di pregare per Maati, invitando tutti i presenti a unirsi in preghiera. Successivamente, ha intonato una preghiera musulmana.

Poi gli amici di Maati hanno liberato in cielo 17 palloncini e lanterne luminose, uno per ogni anno di vita. Era presente anche un rappresentante della comunità islamica della Valdelsa che ha recitato alcuni versetti del Corano, insieme al parroco don Rolando Spinelli, che ha poi pronunciato preghiere cattoliche, invitando tutti a partecipare alla Santa Messa in memoria di Maati che si è svolta alle ore 18.

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