Cinquanta anni dal 'caso Tuti': cerimonia in memoria dei due agenti uccisi "per non dimenticare" una pagina di storia italiana

Cinquanta anni dal ‘caso Tuti’: cerimonia in memoria dei due agenti uccisi “per non dimenticare” una pagina di storia italiana

25 0

Il 24 gennaio 1975, il membro del gruppo neofascista Fronte Nazionale Rivoluzionario, Mario Tuti, assassinò il brigadiere Leonardo Falco e l’appuntato Giovanni Ceravolo, ferendo gravemente l’appuntato Arturo Rocca. A cinquant’anni da quel tragico evento, Empoli onora la memoria dei suoi agenti caduti in servizio, un episodio che colloca anche questo piccolo comune empolese all’interno della grande storia del terrorismo in Italia durante gli anni di piombo.

Per questo motivo, oggi si è svolta, come di consueto, la commemorazione di Leonardo Falco e Giovanni Ceravolo: la cerimonia è iniziata con la deposizione di due corone d’alloro sulla lapide commemorativa presso la sede del commissariato di Empoli. Successivamente, il corteo si è diretto al Santuario della Madonna del Pozzo per una messa in suffragio in memoria dei tre poliziotti. Infine, si è concluso in viale Giovanni Boccaccio 25, luogo dell’attentato, dove è stato reso omaggio con la deposizione di un mazzo di fiori davanti alla pietra d’inciampo e alla targa commemorativa.

Alla cerimonia tenutasi al commissariato erano presenti il dirigente del Commissariato di polizia di Empoli, Giancarlo Consoli, il Vicario del Questore, Giovanni Pampillonia, e il Comandante dei Carabinieri di Empoli, Angelo Corrente. Per l’Amministrazione comunale di Empoli erano presenti il sindaco Alessio Mantellassi e le assessore Valentina Torrini e Laura Mannucci. Hanno partecipato anche ministri religiosi, associazioni, familiari del brigadiere Falco e numerosi cittadini.

Era il 24 gennaio 1975 quando Empoli fu colpita dal terrorismo nero che sembrava lontano, ma in realtà era già tra noi – ha raccontato il sindaco MantellassiTuti, che lavorava per il Comune, si rivelò affiliato a organizzazioni terroristiche neofasciste e uccise i due agenti del commissariato, ferendo un terzo. Un marchio indelebile che scosse Empoli e ci porta qui, dopo 50 anni, a ricordare quei tragici fatti. È un modo per stringerci attorno alla famiglia, e per creare un dolore collettivo che appartiene a tutta la comunità, che si ricorda di questa ferita e si impegna sempre più per difendere la legalità.

Durante la funzione religiosa, che si è svolta intorno alle 10 al Santuario della Madonna del Pozzo, monsignor Luigi Innocenti ha rimarcato l’importanza di questo appuntamento “per non dimenticare“, sottolineando che, parafrasando quanto affermato da Tuti, questo giorno “non è un banale gesto di speculazione, come sosteneva Tuti, che non si pentì mai del suo gesto, ma un atto per mantenere viva la memoria di questi nostri fratelli che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro dovere“.

Le celebrazioni si sono concluse in via Boccaccio al civico 25, abitazione di Tuti e luogo dell’attentato, con la deposizione di fiori sulla targa commemorativa e la benedizione impartita da monsignor Innocenti.

<< Indietro



Fonte notizia

Related Post