Vita fine: la legge toscana approvata a maggioranza con 27 voti favorevoli.

Vita fine: la legge toscana approvata a maggioranza con 27 voti favorevoli.

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La Toscana ha appena introdotto una nuova legge riguardante le procedure e i tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito. Il Consiglio regionale ha approvato la legge con una larga maggioranza, ottenendo 27 voti a favore (da Partito Democratico, Italia Viva, Movimento 5 Stelle e gruppo misto), 13 contrari (da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) e un voto assente (dalla consigliera del Pd, Lucia De Robertis).

Il voto è avvenuto oggi alle 17:27 (seguendo l’immagine della votazione in diretta) dopo un lungo dibattito, introdotto nella seduta precedente dal presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd).

La votazione

Emendamenti

Durante la discussione in aula, sono stati approvati diversi emendamenti presentati dal presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd) per la maggioranza. In particolare, l’emendamento n. 3 ha sostituito l’art. 2, modificando l’accesso al suicidio medicalmente assistito per le persone che soddisfano i requisiti stabiliti dalle sentenze della Corte Costituzionale, approvato con 24 voti favorevoli e 5 contrari. L’emendamento n. 4 ha modificato l’art. 3, regolando la composizione e il funzionamento dell’organo aziendale (Commissione multidisciplinare permanente), ed è stato approvato con 26 voti favorevoli e 6 contrari. Un subemendamento proposto dal consigliere regionale Marco Stella, che ha chiesto l’inserimento di un medico di cure palliative con competenze assistenziali, è stato accolto. Successivamente, l’aula ha approvato l’emendamento n. 5, che modifica l’art. 4 e regola le modalità di accesso al suicidio medicalmente assistito, con 25 voti favorevoli e 5 contrari.

In seguito, è stato approvato l’emendamento n. 6, che introduce l’art. 4 bis, stabilendo un termine di 37 giorni per il completamento del procedimento, con 25 voti favorevoli e 5 contrari.

Accettati anche gli emendamenti n. 7, che include l’art. 4 ter sulle modalità di attuazione; e l’emendamento n. 8, che aggiunge l’art. 4 quater per supportare l’esecuzione della procedura di suicidio medicalmente assistito, con 26 voti favorevoli e 7 contrari. L’emendamento n. 9 ha modificato l’art. 5, garantendo la gratuità delle prestazioni; e l’emendamento n. 10 ha cambiato l’art. 6, introducendo norme economiche, con 24 voti a favore e 6 contrari. Inoltre, l’aula ha approvato un subemendamento al preambolo per garantire assistenza sanitaria e psicologica ai pazienti e l’emendamento n. 11 che sostituisce integralmente il preambolo, eliminando i riferimenti a un livello essenziale di assistenza (LEA), con 25 voti favorevoli e 6 contrari. Durante la discussione, numerosi emendamenti e subemendamenti presentati da Marco Stella (Forza Italia) sono stati respinti.

 

Ordini del giorno

Insieme all’approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito, sono stati approvati due ordini del giorno dal Consiglio regionale. Il primo, proposto dal gruppo di Italia Viva, impegna la Giunta a sostenere il concetto di fine vita come morte dolce, includendo nella politica regionale l’importanza delle cure palliative e l’investimento in strutture dedicate, come hospice e ospedali di comunità, per garantire un accompagnamento dignitoso alle persone in fase terminale.

Si impegna poi a ribadire, nel nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale 2024-2026, il concetto di ‘nascere bene e morire bene’, con particolare attenzione all’assistenza domiciliare palliativa. Infine, l’impegno di verificare che ogni direttore generale delle aziende sanitarie locali dimostri di aver implementato cure palliative adeguate e che gli investimenti in questo campo vengano raddoppiati rispetto agli attuali livelli.

L’ordine del giorno è stato approvato con 23 voti a favore da Partito Democratico, Italia Viva e Movimento 5 Stelle. I consiglieri Lucia De Robertis (Pd) e nove membri di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia erano presenti in aula ma hanno scelto di non votare. Il secondo ordine del giorno, approvato con 25 voti a favore da Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle e 11 contrari da Fratelli d’Italia e Lega, è stato presentato dal Partito Democratico e impegna la Giunta a lavorare con il Governo e il Parlamento per avviare un percorso legislativo nazionale per regolamentare in modo organico e uniforme le procedure relative al suicidio medicalmente assistito, in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019 e n. 135 del 2024. In questa direzione, si prevede di sollecitare il Governo ad intraprendere un’iniziativa legislativa volta a introdurre una disciplina chiara e uniforme, garantendo criteri omogenei per l’applicazione delle pronunce costituzionali e tutelando la dignità della persona, con la certezza operativa per i professionisti sanitari coinvolti.

 

Dichiarazioni di voto

“Laicità e diritto all’autodeterminazione”, queste le linee guida secondo il consigliere Maurizio Sguanci, che ha aperto le dichiarazioni prima del voto finale, confermando il voto favorevole del gruppo Italia Viva. “Ringrazio l’associazione Coscioni; andiamo a normare procedure sanitarie finora diseguali, con persone costrette ad aspettare anni per un diritto sancito dalla Corte Costituzionale”.

Anche la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti, si dice “orgogliosa di questo passaggio di civiltà per la Regione Toscana. Il dibattito di questi giorni non è stato facile e ha rafforzato le nostre posizioni, sono ancor più convinta del voto favorevole che esprimeremo. Il Parlamento deve prendere in considerazione questo tema, e ci aspettiamo un’unica legge”. Ringrazia l’associazione Coscioni: “Senza di voi, oggi non saremmo qui”.

“Il dibattito che abbiamo affrontato interroga le coscienze”, dichiara Alessandro Capecchi, annunciando il voto contrario di Fratelli d’Italia. “Ringrazio gli uffici e il legislativo per il lavoro svolto su una proposta di legge che è stata sostanzialmente riformulata. Sono convinto che la strada che sta percorrendo la Toscana non sia la più corretta”.

Anche la capogruppo della Lega, Elena Meini, esprime gratitudine “a tutti per il livello di ogni intervento e per l’alto valore espresso in questa occasione. Questo sarà un tema che caratterizzerà ognuno di noi anche nella prossima campagna elettorale. Matteo Salvini ci ha dato la possibilità di esprimerci in maniera libera, e voteremo tutti contro questa legge, seguendo il nostro percorso”.

“Questa proposta di legge d’iniziativa popolare è, per noi, sbagliata anche per ragioni di carattere antropologico”, ribadisce Marco Stella (Forza Italia). “Contribuisce a diffondere l’idea che la fragilità e il dolore debbano essere eliminati, invece di essere dignitosamente vissuti”. Ribadisce la sua preoccupazione, richiamando il modello di altri paesi come Olanda e Belgio riguardo all’eutanasia e al suicidio assistito. Aggiunge Stella, “c’è anche una questione politica: una maggioranza allargata che include i voti del Movimento 5 Stelle. Come stanno oggi i cattolici dentro il Partito Democratico?”.

Anche il consigliere Andrea Ulmi (gruppo misto-Merito e lealtà) conferma l’intenzione di voto favorevole alla nuova legge: “Il focus di questo provvedimento è una risposta a un vulnus normativo a livello nazionale. In questo periodo di transizione era importante fornire un indirizzo che portasse uniformità nel servizio. La politica non può essere sostituita dalla magistratura, perciò voterò a favore”.

“È impossibile racchiudere in breve le motivazioni per le quali il gruppo del Pd, eccetto un non voto, si esprime compatto a favore di questa legge”, dichiara il capogruppo del Partito Democratico, Vincenzo Ceccarelli. “Ringrazio innanzitutto i promotori, e l’intero Consiglio, oltre al mio gruppo. Siamo convinti che questa sia una legge di civiltà e speriamo possa essere uno stimolo per il Parlamento. È nelle competenze della Regione, all’interno dell’organizzazione sanitaria dei servizi”.

 

Interventi finali di Giani e Mazzeo

In chiusura, interviene il presidente della Toscana, Eugenio Giani: “Esprimo apprezzamento e condivisione per le opinioni espresse, con un lavoro autentico caratterizzato da una dialettica costruttiva e da un profondo sentire. Raramente ho visto un Consiglio così attivamente coinvolto, rappresenta un salto di qualità e di civiltà per la Toscana, che anticipa altre Regioni e il Parlamento. L’attenzione a livello nazionale è dovuta alla presenza di un vulnus, e questa legge si propone con qualità legittima. Non è corretto parlare di eutanasia, poiché stiamo seguendo criteri stabiliti dall’ordinamento, dando il giusto valore alle procedure e ai farmaci impiegati”. Giani menziona Paolo Malacarne, “primario di terapia intensiva a Pisa” che chiarisce cosa è accaduto dopo le sentenze della Corte nel 2019. “Il nostro è un messaggio e un segnale di civiltà a livello nazionale. Non è ammissibile che da sei anni il Parlamento non ascolti le indicazioni fondamentali della Corte Costituzionale”.

“Oggi, dalla Toscana, viene un forte messaggio di civiltà”, afferma ancora Eugenio Giani. “Ci occupiamo di colmare una lacuna e di compiere un passo avanti, a differenza di altre Regioni e del Parlamento, che è stata chiamata a deliberare in base alla sentenza della Corte Costituzionale. Questa legge – prosegue Giani – definisce processi, tempi, regole e anche i costi dei medicinali, e offre modalità di valutazione basate sugli elementi designati dalla Corte: irreversibilità della patologia, stato di dipendenza da apparecchiature vitali, e piena consapevolezza della scelta”. “La legge segue legittimamente il percorso indicato dalla Consulta per un fine vita medicalmente assistito”, conclude Giani, ringraziando i consiglieri per il loro contribuito e auspicando che “il Parlamento trovi nello spunto offerto dalla Toscana un impulso per legiferare su questa delicata e complessa questione che tocca la vita dei cittadini”.

Prima del voto finale, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ringrazia “il presidente Sostegni e tutta la commissione per la modalità equilibrata con cui hanno affrontato questo tema complesso nei nove mesi di lavoro. Un altro ringraziamento all’Aula per aver dimostrato cosa possa essere una buona politica, basata sull’ascolto e sul confronto. Inoltre, grazie ai 10.700 cittadini che hanno supportato questa proposta di legge, senza il cui impulso non saremmo qui oggi. Hanno aperto in noi un dibattito profondo che ci ha permesso di esprimere un voto libero, democratico, che è nel dna della Toscana. Ringrazio anche gli uffici e il legislativo per il loro supporto nei passaggi più difficili. Credo che sia una norma di grande dignità e sono orgoglioso di presiedere questa assemblea legislativa”.

La proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi subito” è stata promossa dall’associazione Luca Coscioni. L’atto riguarda “le procedure e i tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito, ai sensi della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019”, ponendo la Toscana come prima Regione in Italia ad approvare una norma sul fine vita. I promotori hanno depositato il 14 marzo scorso presso la presidenza del Consiglio regionale della Toscana questa proposta di legge, supportata da oltre 10.000 firme autenticate, che, dopo l’iter in commissione Sanità, è arrivata all’esame e al voto dell’Aula.

Al di là delle posizioni non solo di partito, ma soprattutto di coscienza, esiste un comune denominatore: il ringraziamento al comitato, ai firmatari e al lavoro della commissione competente per il necessario confronto.

 

A seguire le diverse opinioni emerse durante il dibattito, organizzate per partito:

I GRUPPI DI MAGGIORANZA

Partito Democratico

Parlando di una “delle discussioni più importanti e profonde del mandato”, Marco Niccolai (Pd) ha sottolineato che è “palese l’omissione da parte del legislatore nazionale”. Secondo il consigliere, che dichiara la sua provenienza culturale dall’area cattolico-democratica, era necessario garantire certezza giuridica con una legge apposita, concludendo che “non è una legge sull’eutanasia, non fa della Toscana la Svizzera d’Italia”, ma tenta di rispondere alle esigenze della comunità, invitando anche il Parlamento a fare la propria parte.

Anche per Andrea Vannucci (Pd), il Parlamento deve discutere su questo tema, ma è anche “giusto essere qui, perché la politica ha l’obbligo e l’onore di occuparsi della vita delle persone, senza demandare ad altri”. “Assumo questa responsabilità – ha affermato – per garantire un diritto in modo uniforme, equo ed accessibile”.

La consigliera Cristina Giachi (Pd) ha evidenziato come il compito dell’Assemblea legislativa toscana sia “semplicemente di predisporre un minimo di uguaglianza, che non è garantito dalla legge statale, ma è un passo verso la realizzazione di un equo trattamento per tutti i cittadini toscani, in ottemperanza a una sentenza che riconosce una posizione soggettiva”.

Il consigliere del Partito Democratico Andrea Pieroni ha rivelato di non essersi mai interrogato intimamente come in questa situazione, specialmente riguardo a coloro che cercano di orientare le loro scelte politiche secondo il messaggio cristiano e la dottrina sociale della Chiesa: “È essenziale non banalizzare troppo il tema della vita e della morte, e non creare una contrapposizione politica e ideologica fine a se stessa. Serve una legislazione nazionale che chiuda questo vuoto normativo, colmato ora dalla sentenza della Corte Costituzionale. Il nostro ruolo è discutere un testo che definisce norme procedurali per evitare disparità di trattamento”.

La consigliera regionale Donatella Spadi (Pd) ha affermato: “Con questa legge elimineremo le disuguaglianze, e ciò è anche parte del giuramento di Ippocrate e della deontologia medica. I pazienti che faranno richiesta non saranno solo oncologici, ma anche malati di SLA e tetraplegici, che non possono più relazionarsi con il mondo esterno”.

“Partiamo da una sentenza positiva sul fine vita e abbiamo oltre 10.000 cittadini che hanno proposto una legge attraverso un’azione democratica che noi, in quanto rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere di proteggere e rispettare”, ha dichiarato Iacopo Melio (Pd). “Non si tratta di forzare qualcuno a utilizzare questo diritto. Quando si parla di autodeterminazione personale e di valore della vita, nessuno dovrebbe imporre il proprio credo, specialmente in uno stato laico”. Il consigliere cita Sant’Agostino, “che affermava ‘ama e fai ciò che vuoi’. Solo chi ama veramente la vita può decidere di interromperla, quando la sofferenza estrema non rende più tale”.

“Questa non è una legge bandiera, non è iniziata e non è stata portata avanti in questo modo”, dichiara Francesco Gazzetti (Pd). “Esiste la volontà di rispondere a una proposta di legge d’iniziativa popolare. Spero che a livello nazionale si realizzi una legge; il nostro obiettivo è fare ciò che qualcuno avrebbe dovuto già iniziare. Questa legge deriva dalle parole della Corte Costituzionale”.

“La nostra democrazia si basa sul diritto alla vita, che deve sempre essere difeso senza distinzioni di persone e senza classificarne la qualità”, afferma Cristiano Benucci (Pd). Tuttavia, “è chiaro che il diritto alla vita debba essere bilanciato con la libertà e l’autodeterminazione delle persone”.

Federica Fratoni (Pd) ha ringraziato il presidente Sostegni “per la sua conduzione della Commissione sanità, facilitando un approfondimento grazie al contributo di professionisti nel settore”, l’associazione Luca Coscioni “per aver partecipato attivamente nei confronti in Commissione e per non aver reso questa legge una bandiera”, e i vescovi toscani “per la loro posizione utile che interroga le nostre coscienze”. Ha ribadito che la legge regionale non crea un diritto, ma “ha il dovere di rendere effettivo il suo esercizio”. “La mia riflessione approfondita – ha concluso – mi ha portato a un voto consapevole e libero, basato sul rispetto per le reali fragilità e sui principi di laicità dello Stato e delle istituzioni”.

Marco Martini (Pd) ha condiviso i ringraziamenti a commissione e associazione Luca Coscioni per il loro grande lavoro negli ultimi mesi. Ha aggiunto che c’è stata “una rappresentazione distorta sulla legge: non è un atto eutanasico, ma di tipo procedurale e organizzativo per attuare la sentenza 242 della Corte Costituzionale, colmando un’evidente mancanza del Parlamento, che non ha voluto affrontare questa questione”. Ha affermato: “Come cattolico ho sempre rispettato la laicità dello Stato e delle istituzioni e credo sia giusto tutelare ogni persona e i suoi orientamenti. In questa scelta, non c’è ideologia, ma la volontà di salvaguardare dignità e rispetto umano.”

Il capogruppo del Partito Democratico, Vincenzo Ceccarelli, ha parlato di “un dibattito profondo, che riguarda più le nostre coscienze che le appartenenze politiche”, rassicurando coloro che temevano “interventi e condizionamenti che non ci sono stati”. Ha dichiarato che non si tratta di una “legge di rappresentanza”, sottolineando che anche il Veneto ha ritenuto legittima la normativa, ed ha votato in tal senso. “Abbiamo rifiutato l’ipocrisia che ha permeato la politica per troppo tempo – dichiara – affrontando il dibattito con rigore e rispetto, colmando un vuoto normativo in attesa di regolamentazione. Questo dibattito sul valore della vita ci ha toccato tutti – conclude Ceccarelli – spero che il Parlamento possa prendere in considerazione il tema con la giusta serietà, partendo dal valore della vita come bene fondamentale”.

Italia Viva

Il consigliere regionale Sguanci Maurizio (Italia Viva), parlando a titolo personale, ha condiviso la sofferenza vissuta guardando morire persone care: “Ho visto morire mia nonna e mio padre, attraversando un calvario di dieci anni con malattie terminali”. Ha affermato che la legge “non modifica nulla di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale”, menzionando l’approvazione, da parte sua, di un testamento biologico al Comune di Firenze per garantire una morte dignitosa. “Non stiamo votando nulla di più di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, esprimo il mio voto favorevole a questa proposta di legge”.

Il vicepresidente Stefano Scaramelli (Italia Viva) ha ribadito come “la proposta di legge in discussione oggi regoli l’esercizio di un diritto sancito dalla nostra Costituzione e riaffermato dalla sentenza della Corte. Nessuno di noi sceglie di nascere, ma qualcuno può desiderare di morire, data la condizione di sofferenza in cui si trova – aggiunge – . Analogamente, così come il sistema sanitario offre migliori soluzioni per un parto meno doloroso e sicuro, è giusto garantire a tutti di morire nelle migliori condizioni, circondati dall’affetto e dal conforto dei propri cari.”

I GRUPPI DI MINORANZA

 

“Atto commesso per volontà fragile”, con queste parole il portavoce dell’opposizione (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia), Marco Landi ha definito il proprio voto, frutto di un dibattito e di un percorso complessi. Nella consapevolezza del proprio ruolo, e nel rispetto di medici, teologi e delle famiglie che soffrono, afferma che “la fragilità è il vero motivo razionale ed emotivo per una scelta”. Si sofferma sul contesto della legge, accennando alla questione pregiudiziale di incostituzionalità che è stata sollevata, alla forzatura apportata nella modifica della legge rispetto ai firmatari, sottolineando che il comitato etico non può essere la commissione regionale, e che la Regione Toscana avrebbe potuto fare di più per le cure palliative, citando un intervento di monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita; “pur non essendo portavoce del Vaticano – spiega – il prelato definisce l’assistenza al suicidio un reato, invitando a supportare il paziente nel fine vita”.
Lega

Giovanni Galli (Lega Toscana) ha elogiato “il buon lavoro del presidente Sostegni”, e ha affermato che la proposta di legge di iniziativa popolare “ha un significato etico e politico, essendo una legge procedurale. Ho espresso il mio dissenso, nonostante ciò possa diventare un manifesto ideologico”. Galli ha spiegato che “una persona già ora può richiedere, in base alla normativa nazionale, di morire con dignità. La Corte Costituzionale stabilisce che il medico non può attivare trattamenti brevi, ma chi lo desidera può interrompere i trattamenti e ricorrere a una sedazione profonda”. Ha quindi avvertito che “la maggioranza attuale mira a creare una regione laicista, e a distruggere un modello di solidarietà e socialità. Si promuove un modello che considera l’individuo in isolamento, non integrato in una comunità, abbandonandolo e semplificando la soluzione a un problema complesso. È una proposta molto pericolosa per la Toscana”.

“Ritengo – ha dichiarato Marco Casucci (Lega) – che la vita abbia un valore assoluto e debba essere protetta con fermezza” e “il nostro compito morale come istituzioni è quello di tutelare questo prezioso dono, non solo con politiche protettive, ma anche attraverso interventi concreti. La proposta del suicidio assistito come soluzione al dolore è una deriva; essa rappresenta la vittoria della società che abdica alla sua responsabilità morale di proteggere i più vulnerabili, coloro che necessitano di assistenza, umana, medica e spirituale, piuttosto che alla pura morte”.

La capogruppo della Lega, Elena Meini, esprime gratitudine all’associazione Luca Coscioni (“per l’opportunità di affrontare un tema così difficile e personale”), alla Commissione sanità e al presidente Sostegni (“per averci dato la possibilità di ascoltare diversi esperti, prospettive e posizioni su una legge così complessa”). Meini ribadisce la volontà di non influenzare i consiglieri del proprio partito, “dopo aver rivelato ieri il mio orientamento di voto, che è contrario alla proposta di legge”. Sostiene che “gli emendamenti vanno in direzione opposta rispetto all’originale” e rileva che “non ci sono chiare tempistiche”. Annunciando il voto contrario, afferma: “questo tema ha messo in crisi la mia coscienza, e la società non può dare un messaggio di rinuncia alla cura”.

Fratelli d’Italia

“Mi dispiace notare un approccio ideologico; un tema come questo avrebbe dovuto ricevere un approccio pragmatico e quindi richiedere l’intervento del Parlamento”. Diego Petrucci (FdI) si preoccupa della possibile frammentazione legislativa, con norme regionali divergenti, che potrebbero portare a trattamenti differenti per i residenti della stessa area. E avanza l’idea che l’Assemblea regionale avrebbe potuto fare riferimento a una legge del Parlamento oppure portare la questione alla Conferenza Stato-Regioni.

Massimiliano Riccardo Baldini (FdI), riferendosi a “tematiche non indifferenti per tutti noi, che toccano sensibilità diverse”, ha dichiarato che avrebbe preferito un approccio più virtuoso, che coinvolgesse il Parlamento. “Il Parlamento non ha legiferato, ma non ha nemmeno l’obbligo di farlo. A seguito di un’attenta lettura del testo, ho notato l’inconsistenza del presupposto, dato che la sentenza della Corte non riconosce il diritto a morire, ma sottolinea l’obbligo di proteggere la vita. Senza una protezione adeguata, una legge regionale non è ammissibile”.

“Ci troviamo qui a causa di un obbligo che deriva da un’azione popolare – dichiara Vittorio Fantozzi (FdI) – esiste la necessità di colmare un vuoto legislativo, ma riteniamo che debba essere il Parlamento a farlo”. “Occorre affrontare velocemente la questione e dare risposte al dolore universale”, conclude. “Oggi bisogna capire se questa iniziativa, che non crediamo provocherà effetti, possa costituire uno stimolo affinché la comunità toscana solleciti il Governo nazionale a trattare questo tema” Fantozzi sottolinea “tutte le posizioni devono essere considerate. È quindi fondamentale che la libertà sia accompagnata da diritto”. In chiusura, Fantozzi ribadisce che “la nostra posizione è chiara su tutto ciò che riduce il valore della vita; noi di FdI saremo sempre a favore della vita”.

Alessandro Capecchi (FdI) pone l’accento su “un argomento che interroga le coscienze e ci costringe a riflettere anche su questioni formali. È giusto questo approccio legislativo?” ha chiesto. “Sarebbe stato più corretto comportarsi come in Emilia Romagna, attraverso un atto del direttore generale della struttura sanitaria, in ossequio alla Circolare del Ministero della Salute del giugno 2022, per dare attuazione concreta alla sentenza della Corte Costituzionale”. “Ritengo che la legge possa essere impugnata dal Governo per evidente incompetenza – spiega – anche se è stata già mediata”.

Forza Italia

Secondo Marco Stella (Forza Italia) “questo dibattito è partito in modo inadeguato, dividendo i consiglieri come tifosi. Perché non si è cercato un consenso unanime sul testo, un obiettivo che dovrebbe essere condiviso, considerato che esperti giuristi hanno opinioni discordanti? Perché non possiamo rispettare le posizioni altrui, riconoscendo la loro dignità politica? Questa classe politica è coinvolta in un dibattito giuridico di bassa qualità”. In questa fase, Stella afferma la necessità di “iniziare da una cultura della vita e dalla sacralità di essa”. Rivolge domande alla maggioranza: “Perché avete messo solo 10.000 euro per questa legge, se davvero ci tenevate? Perché non avete rinnovato la commissione regionale per la bioetica? La questione principale è quale tipo di legislazione occorre. Qualcuno intraprenderà il percorso legislativo sul fine vita; il governo di centrodestra lo realizzerà”.

Movimento 5 Stelle

Per la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Silvia Noferi, “la questione non è sostituirsi al Parlamento, ma dare uniformità di procedure e chiarezza su chi deve decidere, istituendo una commissione competente con personale medico che consenta ai malati di accedere ai farmaci”. “Oggi parliamo di diritti, non di togliere qualcosa a qualcuno. Ci occupiamo di equità, uguaglianza e libertà, e non capisco perché a qualcuno questa libertà potrebbe dare fastidio”.

Irene Galletti (M5S) ha ringraziato gli uffici, che hanno “modellato e adattato la legge secondo la nostra normazione, senza alterarne lo spirito originale”. Nel profondo rispetto per le scelte di tutti, la consigliera, che ha annunciato un voto favorevole, afferma che “dobbiamo esprimerci per dare omogeneità e garanzia a chi chiede non di porre termine alla propria vita, ma di porre fine alle sofferenze. Siamo aconfessionali e presentiamo un testo migliorabile, ma speriamo di rispondere a chi affronta situazioni insostenibili, rispettando la dignità di ciascuno”.

 

Gruppo misto

“Per vari motivi ho fatto fatica ad avvicinarmi a questa proposta legislativa – interviene Andrea Ulmi (Gruppo misto – Merito e Lealtà). “Temo che chi si sentirà vincente posizionerà una medaglietta sulla giacca e sarà un errore ridurre complesse questioni etiche a meri giochi di potere. “La legge – continua – precisa che in tutta la Toscana vi siano procedure e possibilità uguali”. “Una normativa nazionale è necessaria” ma “fintanto che non ci sarà, dobbiamo attenerci a quanto stabilisce la Corte Costituzionale”. Ulmi riconosce che “questa legge garantisce comportamenti omogenei per tutta la Regione” e annuncia di “non votare né a favore né contro alcun emendamento o ordine del giorno, ma di votare favorevolmente la legge, riconoscendone il valore”.

 

Legge sul suicidio assistito: dichiarazione del Cardinale Lojudice

«Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in luoghi dove quotidianamente supportano malati, dolore e morte, dico di non arrendersi e di continuare a portare speranza e vita. Nonostante tutto. Sancire il diritto alla morte con una legge regionale non è un progresso, ma una sconfitta per tutti». È quanto afferma il Cardinale Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, dopo l’approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito da parte del Consiglio Regionale della Toscana.

 

Michelotti e Amorese molto critici sulla legge

“Oggi, con l’approvazione della legge sul suicidio medicalmente assistito, la Toscana ha toccato il punto più basso della sua storia. La terra di Dante, di Santa Caterina da Siena, di San Bernardino, culla di una civiltà anche religiosa, ha aderito alla cultura dello scarto e della morte. Fratelli d’Italia non può accettare una legge simile. Ci batteremo sempre e con fermezza contro questa anti cultura, affermando il nostro sì alla vita, dal concepimento alla morte per cause naturali. Questa legge disumana approvata potrebbe spingere molte persone verso la morte; penso agli anziani, ai fragili e a chi vive la solitudine. Chiederemo l’intervento del governo, affinché esamini gli elementi di incostituzionalità di questa legge. Ricordiamo che la Regione non ha competenza in questa materia, lo Stato è competente, come stabilito dall’articolo 117 della Costituzione. Se ogni regione italiana legiferasse autonomamente, ci troveremmo nel caos normativo”. Così commentano, in una nota, il deputato e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia, Francesco Michelotti, e il deputato Alessandro Amorese.

 

Per Torselli la Regione non si occupa dei problemi reali

“La sinistra toscana continua a occuparsi di tutto tranne dei problemi reali della Regione. Dopo aver discusso di politica internazionale ed elezioni americane, oggi si dedicano al fine vita, un tema il quale, al di là delle considerazioni di merito, non rientra nelle competenze regionali, dato che manca una cornice legislativa nazionale. Di fatto, stiamo discutendo di una legge che non sarà mai applicata, ma che serve a compiacere le associazioni pro-suicidio assistito, da cui il Pd toscano spera di trarne voti. Ecco cosa implica la Regione Toscana: trovare consensi per Eugenio Giani, non risolvere i problemi della gente. Le vere priorità della giunta dovrebbero essere la gestione della sanità e dei trasporti, settori ormai disastrosi. Gli ospedali hanno attese interminabili, le infrastrutture risultano inadeguate, e il trasporto pubblico è insufficiente: questi sono i problemi reali in Toscana. Ma la giunta è impegnata nel fine vita per affermare che la Toscana è la prima regione d’Italia a proporre una legge! Giani e la maggioranza di sinistra continuano a perdere tempo con provvedimenti inutili, pensati solo per la campagna elettorale del Pd, senza affrontare le vere emergenze dei cittadini toscani. Le lunghe attese in ospedale e sulle strade statali non si risolvono attraverso manovre di propaganda.” Questa l’opinione dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli.

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