Valle del Bisenzio: sopralluogo dell’assessora Monni con i sindaci

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La ricostruzione della Valle del Bisenzio a seguito dell’alluvione del 2023 non può essere ulteriormente procrastinata. Il cambiamento climatico presenta sfide sempre più complesse, e non possiamo limitarci a gestire l’emergenza senza un piano strutturale che garantisca la sicurezza del territorio e delle comunità. Questa mattina, l’assessora regionale alla Protezione Civile, Monia Monni, ha svolto un sopralluogo insieme ai sindaci di Vaiano, Vernio e Cantagallo per valutare gli interventi già effettuati e quelli ancora necessari.

“In quest’anno, in collaborazione con i Comuni, abbiamo realizzato interventi urgenti per un valore di 11 milioni di euro, permettendo il ripristino delle aree devastate dall’alluvione. Inoltre, la Regione Toscana ha stanziato circa 820.000 euro in contributi per le famiglie della Valle tramite la legge 51/2023,” ha dichiarato l’assessora Monni. Ora è tempo di passare dalla gestione della crisi a una vera e propria fase di ricostruzione. Per garantire la sicurezza del territorio e ridurre il rischio idraulico, occorrono almeno 52 milioni di euro, fondi essenziali per tutelare le persone, le attività economiche e l’ambiente.

Nonostante la Regione Toscana abbia già impegnato 12 milioni di euro per finanziare le progettazioni più urgenti, dal governo non sono ancora giunte risposte concrete. “Abbiamo fatto tutto il possibile, ma ora è necessario un impegno serio da parte dello Stato. Non possiamo abbandonare le comunità colpite; è inaccettabile che si intervenga solo dopo le calamità. È fondamentale una visione politica che ponga la sicurezza del territorio e la lotta contro la crisi climatica tra le massime priorità,” ha aggiunto Monni.

I sindaci della Vallata hanno ribadito l’urgenza di un piano di ricostruzione adeguato e di un supporto finanziario garantito da parte del Governo: ci sono progetti in cantiere per un totale di 52 milioni di euro.

“Non possiamo limitarci a rispondere alle emergenze; serve un progetto a lungo termine per proteggere il nostro territorio e le nostre comunità. Non si tratta solo di ricostruire, ma di garantire un futuro più sicuro e sostenibile per chi vive e lavora nei nostri territori,” hanno dichiarato i sindaci Francesca Vivarelli (Vaiano), Maria Lucarini (Vernio), e Guglielmo Bongiorno (Cantagallo).
“Abbiamo già effettuato diversi interventi con risorse comunali, e altri sono in fase di realizzazione sia sul Trescellere che sul fosso de La Briglia. Inoltre, la Regione ha stanziato 2 milioni di euro, distribuiti su più annualità, per il progetto di rigenerazione dell’area ex Dainelli,” sottolinea la sindaca di Vaiano Vivarelli. “Siamo attivamente impegnati nella realizzazione di vari progetti, poiché senza di essi non possiamo accedere a risorse e bandi. Tuttavia, il tema cruciale rimane quello delle risorse: per la mitigazione del rischio e quindi per gli interventi previsti nella lettera D, il fabbisogno del Comune di Vaiano si attesta intorno ai 33 milioni di euro. Siamo in attesa delle valutazioni del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, mentre dal Governo non abbiamo ricevuto finora alcuna risorsa.”
“Sono indispensabili le risorse, ma è necessaria anche una semplificazione burocratica che al momento sta bloccando i Comuni,” aggiunge la sindaca di Vernio Maria Lucarini. “Per ripristinare un territorio gravemente danneggiato come quello di Vernio servono oltre 10 milioni di euro e attualmente ci troviamo in una situazione di emergenza con frane che ostacolano la viabilità e i servizi. L’amministrazione e i tecnici stanno lavorando senza sosta; stiamo facendo tutto il possibile, ma non basta. Abbiamo bisogno di segnali concreti.”
“Per le procedure di somma urgenza abbiamo speso 4 milioni e 800 mila euro, rimborsati finora al 50%. Al termine dei lavori, il rimborso sarà completato,” mette in evidenza il sindaco di Cantagallo Bongiorno. “La Regione ha svolto il suo ruolo adeguatamente sia nella Protezione Civile che nel supporto ai Comuni per le procedure. Il Comune di Cantagallo, con solo due tecnici a disposizione, non avrebbe potuto gestire 31 interventi di somma urgenza. Tuttavia, un tavolo di collaborazione ha bisogno di tre gambe: finora i Comuni e la Regione hanno risposto, ma ci manca il sostegno del Governo, le cui intenzioni rimangono sconosciute. Ieri, a Cantagallo, abbiamo avuto la visita del Dipartimento nazionale di Protezione civile: su 27 richieste di intervento di lettera D, per migliorare il territorio e prevenire il rischio idrogeologico, ne hanno approfondite tre e hanno effettuato un sopralluogo soltanto su uno. Siamo estremamente preoccupati.”

L’appello è chiaro: la ricostruzione non può più essere rimandata, la sicurezza del territorio deve diventare una priorità nazionale. Il governo deve rispondere con risorse adeguate e con un piano che affronti il rischio idrogeologico in modo strutturale, senza lasciare indietro nessuno.

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