Il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, ha recentemente ricevuto il decreto di autorizzazione dalla prefettura di Prato per intitolare la nuova strada che collega via Aldo Moro e via Livorno al toponimo “Luana D’Orazio”. Questa strada si trova nella zona commerciale di Montemurlo. Grazie a un rapido iter burocratico, la prefettura ha dato il via libera ufficiale all’intitolazione in memoria della giovane operaia deceduta sul lavoro presso una ditta di Oste il 3 maggio 2021.
Secondo la legge, occorre attendere dieci anni dalla morte di una persona prima di poter dedicare una strada a suo nome; tuttavia, la prefettura ha la facoltà di concedere l’autorizzazione in situazioni eccezionali. Questa notizia è stata accolta con gioia dai genitori di Luana D’Orazio, che tramite la nipote Ilaria Colombraro avevano presentato la richiesta di intitolazione all’amministrazione comunale.
Il sindaco Calamai, in collaborazione con la famiglia D’Orazio, potrà ora stabilire una data per la cerimonia di intitolazione, che sarà molto più di un semplice momento di commemorazione. «Desidero esprimere la mia sincera gratitudine alla prefetto La Iacona per questa autorizzazione, che ci permetterà di organizzare l’evento. – afferma il sindaco Calamai – Intitolare una strada a Luana rappresenta un monito contro le morti sul lavoro. È un richiamo per tutti coloro che sono responsabili della sicurezza nei luoghi di lavoro, incluse noi istituzioni. Invitiamo a fare di più, a richiedere maggiori controlli e leggi più severe, oltre a promuovere una vera cultura della sicurezza».
Il sindaco prosegue ricordando Luana: «Era una ragazza solare, piena di sogni e di speranze. Amava profondamente il suo bambino, la sua famiglia e la vita stessa. Lavorava con impegno per costruire un futuro migliore per sé e per il figlio, come tante giovani donne che ogni giorno si recano in fabbrica con l’aspettativa di migliorare la loro condizione. Purtroppo, è diventata un simbolo di quelle morti bianche che ogni anno portano via oltre mille vite. È un esempio di donna che continua a vivere e lottare attraverso l’impegno della madre Emma, affinché altri genitori e figli non debbano piangere la perdita di un familiare sul lavoro».