“La revoca degli accordi territoriali dell’area pratese rappresenta un tentativo incomprensibile di minare le relazioni sindacali sul territorio. È una decisione che va controcorrente: mentre tutte le aziende italiane e le rispettive associazioni datoriali si impegnano per migliorare la competitività anche attraverso incentivi, Confindustria Toscana Nord decide di abbassare le retribuzioni, pensando che questo possa aumentare la produttività.”
Così inizia la lettera inviata ieri da FIM, FIOM e UILM territoriale a Confindustria Toscana Nord. In risposta alla comunicazione ricevuta dall’associazione datoriali il 15 luglio scorso, i sindacati e i lavoratori si sono mobilitati ripetutamente, organizzando manifestazioni e scioperi. Si tratta di un duro colpo alle relazioni sindacali, mirato a eliminare norme e trattamenti economici vantaggiosi per le lavoratrici e i lavoratori, in vigore sin dagli anni ’70.
Per i sindacati, da oggi è possibile anche intraprendere azioni legali, in quanto la revoca viene considerata illegittima. Infatti, tutti i contratti collettivi nazionali dei metalmeccanici successivi al 1994 prevedono, tramite apposite clausole, la salvaguardia dell’efficacia degli accordi territoriali premiali antecedenti a quella data, rendendo quindi priva di valore la revoca. L’eventuale adesione da parte delle aziende sarebbe senza dubbio un atto antisindacale.
“Ci auguriamo che Confindustria riconsideri la propria decisione; in caso contrario, combatteremo con tutte le azioni necessarie e nei luoghi appropriati contro le iniziative delle aziende del distretto pratese che si allineeranno a questa sconsiderata decisione di recesso” affermano i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm territoriali, rispettivamente Flavia Capilli, Stefano Angelini e Samuele Nacci.
Fonte: Fim, Fiom, Uilm – Ufficio Stampa