“Consideriamo il settore della moda fondamentale e strategico; la Regione si impegnerà concretamente per rilanciare l’intero settore in Toscana”. Durante il suo intervento al tavolo regionale della moda nella sala Pegaso, il presidente Eugenio Giani delinea anche un piano operativo, seguendo i cinque punti presentati nel memorandum e lavorando in gruppi: “Per rendere le cose più pratiche e incisive, divideremo i temi del memorandum in cinque gruppi di lavoro. Due tavoli, coordinati dall’assessore Nardini, tratteranno la formazione e gli ammortizzatori sociali; gli investimenti e gli aspetti legati al credito e alla finanza saranno gestiti dall’assessore Marras. Personalmente, insieme al direttore della competitività in Regione, Paolo Tedeschi, lavorerò a un gruppo di dialogo con i grandi attori del settore”.
I cinque punti del Memorandum per la Toscana iniziano con la garanzia delle tutele sociali per i lavoratori e le lavoratrici. Si richiede al Governo di prolungare il trattamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine del 2025, soprattutto considerando il limitato utilizzo delle 12 settimane di cassa integrazione previste dal DL 160 e finanziate con 110 milioni destinati alle piccole e medie imprese con un massimo di 15 dipendenti, a causa delle difficoltà delle imprese di anticipare i pagamenti ai dipendenti in attesa dei rimborsi dell’Inps. Visto il perdurare della crisi, è stata avanzata la richiesta al Governo – tramite la Conferenza delle Regioni – di rimuovere gli ostacoli per la cassa in deroga, al fine di prevenire i licenziamenti attraverso coperture rapide. Inoltre, si chiede di ampliare l’elenco dei codici Ateco rispetto a quelli indicati nelle circolari Inps.
Si prevede anche un piano di moratorie sul credito e sui tributi, a favore delle piccole e medie imprese, superando le limitazioni della circolare Abi di agosto 2024, che propone un vademecum per le scadenze dei finanziamenti e garanzie per le imprese in temporanea difficoltà finanziaria. Si punta a modificare la normativa nazionale per sospendere i versamenti contributivi ed erariali riferiti al 2025, da saldare nel 2026 senza sanzioni e interessi (tenendo presente che il tasso di default creditizio del settore moda nel primo semestre 2024 è salito al 3,3%, mostrando un incremento dello 0,4% rispetto a dicembre 2023, ben al di sopra della media del 2,5% degli altri settori manifatturieri, con punte del 4,4% per pelli, cuoio e calzature).
È previsto un piano formativo regionale che offra opportunità di riqualificazione e aggiornamento delle competenze, aprendo anche a nuove assunzioni, sia per giovani/neet da riqualificare tramite strumenti di formazione continua, sia per nuovi occupati/disoccupati, in modo da supportare il ricambio generazionale. Tra gli esempi di formazione ci sono quelle per le filiere strategiche, di upskilling o reskilling, finalizzate al reinserimento dei giovani neet nel mondo del lavoro e della formazione.
I bandi regionali supporteranno investimenti settoriali in ricerca e sviluppo, innovazione e investimenti immateriali per rafforzare la competitività delle filiere, puntando su aspetti digitali, energetici, ambientali e di circolarità produttiva. Ci saranno anche incentivi per promuovere investimenti aggregati, soprattutto per le reti di imprese, in una logica complementare e integrativa rispetto alle misure nazionali previste per la moda nel recente Ddl sulle pmi.
Infine, si stabilirà un tavolo di relazioni industriali con i grandi marchi italiani ed esteri, da cui dipendono le filiere produttive, per analizzare l’impatto economico della crisi e affrontare le nuove sfide legate a recenti direttive europee (es. Csrd, Epr, Eow, Espr, Eudr, ecc.), richiedendo alle aziende leader di mantenere volumi produttivi minimi lungo la catena di fornitura, in cambio di un impegno a riqualificare la stessa in termini di trasparenza, legalità e tracciabilità complessiva.
Fonte: Toscana Notizie