Lavoro garantito: i risultati di un progetto efficace nel territorio pratese.

Lavoro garantito: i risultati di un progetto efficace nel territorio pratese.

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In risposta a quanto riportato recentemente dai mezzi di informazione riguardo alla conferenza stampa di membri di Forza Italia, il Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL Toscana centro, dottor Renzo Berti, chiarisce quanto segue.

“Cerchiamo di fare chiarezza, partendo da alcuni dati fondamentali.

Il piano lavoro sicuro, nei suoi 10 anni di attività, ha permesso di ispezionare quasi 20.000 aziende a gestione cinese, rivelando carenze in vari ambiti, tra cui: 1.752 dormitori abusivi, 520 cucine non autorizzate, 1.938 casi di bombole a gas in eccesso, 1.620 impianti elettrici non a norma, 2.610 attrezzature non conformi, 2.767 situazioni di scarsa igiene e molto altro ancora.

Questo ha comportato prescrizioni alle aziende con carenze per un totale di 14.521 punti e sanzioni (non amministrative come erroneamente affermato negli articoli, ma di natura penale) che, al 30 giugno scorso, hanno portato a incassi vicini a 28 milioni di € (27.866.693€ per la precisione).

I controlli menzionati vengono, ovviamente, effettuati in modo imprevisto, senza preavviso (contrariamente a quanto erroneamente dichiarato).

Queste azioni hanno portato a un netto miglioramento nelle condizioni di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la commistione tra ambienti di vita e di lavoro, che presentavano gravi rischi molto comuni all’inizio del Piano e sono stati alla base (non dimentichiamolo) della tragedia del 1 dicembre 2013.

Nell’area pratese, le aziende conformi alle normative sulla sicurezza rappresentavano allora meno del 20%.

Nel 2024, nonostante l’estensione dell’attività di monitoraggio a tutti gli ambiti riguardanti la sicurezza, sono risultate il 63,6%.

Questi sono i dati essenziali di un progetto probabilmente unico nel panorama nazionale per la sua efficacia e capacità di autofinanziarsi.

È stata sempre sottolineata l’importanza di affiancare a questa preziosa attività, intensificandola come sollecitato anche dalla sindaca di Prato, un controllo sullo sfruttamento della manodopera, competenza che chiaramente non rientra nelle competenze delle Aziende Sanitarie.

Di questo si è discusso ampiamente nell’incontro organizzato dal Comune di Prato il 2 dicembre scorso, al quale mi sembra che chi oggi sta parlando fosse assente.

In quell’occasione, ho fatto notare che il tavolo dell’illegalità poggia su tre gambe: la mancanza di sicurezza, l’evasione fiscale e lo sfruttamento del lavoro.

Possiamo oggi affermare che la prima, su cui come detto ci concentriamo, è nettamente diminuita. Ridurre il rischio di infortuni e malattie professionali non significa legittimare il lavoro nero o il mancato pagamento delle tasse, ma piuttosto facilitare anche questi percorsi da parte di chi (non certo il Servizio Sanitario Regionale) deve occuparsene. Potrebbe sembrare ovvio, eppure …”

Fonte: Asl Toscana Centro – ufficio stampa

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