Oggi, in occasione della “Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza,” la Rete Re.a.dy, composta da enti pubblici italiani impegnati nella lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere, ha ricordato l’importanza delle disposizioni contenute nell’articolo 2 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata dall’Italia nel 1991. Questa norma sancisce che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione.” Di fronte a questo impegno, la Rete ha sollecitato il Legislatore a intervenire affinché ai bambini e alle bambine nati da famiglie di coppie non eterosessuali venga riconosciuto il diritto alla famiglia, paragonabile a quello delle altre famiglie.
In particolare, si è voluto mettere in evidenza la disparità di trattamento che subiscono i figli e le figlie delle famiglie omogenitoriali, che in Italia non godono degli stessi diritti di quelli nati e cresciuti in famiglie eterosessuali. La vita familiare delle persone LGBT+ rimane, nel quadro normativo attuale, insufficientemente tutelata, provocando così una disparità di trattamento rispetto ad altri Stati membri dell’Unione Europea e discriminando i bambini e le bambine, privati della loro legittima possibilità di avere due genitori.
Durante la manifestazione “Le Città per i Diritti,” che si è tenuta a Torino il 12 maggio 2023 e ha visto la partecipazione di amministratori e amministratrici provenienti da tutta Italia, è stata ribadita l’urgenza di un intervento legislativo che permetta ai comuni di garantire la piena protezione ai figli e alle figlie delle coppie omogenitoriali attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità. Su questo tema, Sindaci e Sindache stanno affrontando pressioni contrastanti: da un lato, le richieste per procedere come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche delle famiglie omogenitoriali, dall’altro, le intimazioni delle autorità governative a non farlo. Tale situazione genera un’intollerabile incertezza e produce una tensione sociale e umana ingiusta e dolorosa.
Inoltre, il 20 novembre segna anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, un evento che ogni anno vede la partecipazione di numerosi enti partner della Rete, impegnati nell’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che colpiscono le persone transgender e non binarie. La sovrapposizione di queste due giornate sottolinea la necessità per tutte le istituzioni di operare affinché gli adolescenti non siano più vittime di bullismo e violenze per la loro identità di genere, sia nelle scuole che in ogni ambito della vita sociale.