Si è conclusa oggi, domenica 2 marzo, al Parco di San Rossore, la Winter School “Storia e memorie” dedicata agli insegnanti delle scuole toscane, focalizzata sulla Memoria della Shoah e sulle persecuzioni e deportazioni nazifasciste. Questo evento è stato organizzato dalla Regione nell’ambito delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, grazie al supporto della Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza e all’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. L’iniziativa si propone di fornire ai docenti materiali e spunti di riflessione, attraverso le testimonianze di storici e storiche e le recenti pubblicazioni editoriali, affinché possano condividerli con le giovani generazioni.
“È fondamentale coltivare la Memoria fin dalle scuole, ed è per questo che teniamo in grande considerazione la Winter School,” ha dichiarato l’assessora all’istruzione e alla cultura della Memoria, Alessandra Nardini, che ha voluto portare il suo saluto ai docenti presenti al Parco nella Sala Giovanni Gronchi. “Abbiamo il dovere, come istituzione, di sostenere gli insegnanti nel complesso compito di spiegare ai ragazzi l’orrore dei progetti di sterminio nazifascisti. Il nostro impegno, in questo senso, non si limita soltanto al Giorno della Memoria, ma rappresenta un impegno costante.”
Il tema di quest’anno, “A 80 anni dalla liberazione di Auschwitz”, ha dato avvio a un ciclo di incontri iniziato il 1° dicembre al Memoriale delle Deportazioni a Firenze, con una lectio magistralis della Professoressa Anna Foa, e si è svolto in quattro appuntamenti online e due in presenza, di cui l’ultimo si è tenuto oggi a San Rossore. Proprio qui, nel 1938, Vittorio Emanuele III firmò le leggi razziali.
“Un aspetto fondamentale del nostro lavoro per la Memoria è garantire che docenti e docenti abbiano accesso a strumenti sempre aggiornati per far comprendere ai giovani il profondo abisso toccato dall’umanità con le persecuzioni nazifasciste,” ha aggiunto Nardini. “È necessario vigilare oggi affinché non siano sottovalutati i pericolosi segnali di rigurgiti nazifascisti, sia in Italia che altrove, e combattere i tentativi di negazionismo e revisionismo in un Paese che sembra ancora non aver fatto i conti con la propria storia. Il nostro impegno per difendere e preservare la Memoria, oltre a ciò che rappresentano l’antifascismo e la Resistenza, deve diventare sempre più forte, soprattutto ora che sempre più testimoni di quel periodo ci stanno lasciando, e tocca a noi raccogliere il loro testimone e non dimenticare, simile a una staffetta generazionale, per costruire un presente e un futuro di pace, un obiettivo oggi più urgente che mai.”
Durante la mattinata, a San Rossore, Nicola Labanca ha tenuto la lectio magistralis “Il regime fascista e i suoi crimini: il tutto e una sua parte”. Nel pomeriggio, si è svolto un incontro filosofico su “Il male del Novecento” con Vittoria Franco, seguito da un approfondimento sulla figura di Hans Biebow, amministratore del ghetto di Lodz e considerato uno dei più gravi criminali nazisti, con l’autrice di “Un manager del Terzo Reich”, Anna Veronica Pobbe, e Valeria Galimi.
Numerosi temi sono stati esplorati durante l’ultima edizione della winter school per la Memoria: dalla Resistenza, con la presentazione di “Storia internazionale della Resistenza italiana” insieme agli autori dei saggi, alla figura di Giacomo Matteotti, attraverso l’analisi di Stefano Caretti, coautore con Marzio Breda di “Il nemico di Mussolini. Giacomo Matteotti, storia di un eroe dimenticato”. Sono stati affrontati anche argomenti riguardanti la Shoah, inclusa la già menzionata lectio magistralis di Anna Foa e la presentazione del saggio di Frediano Sessi “Oltre Auschwitz. Europa orientale, l’Olocausto rimosso”, fino al viaggio virtuale nelle sezioni non accessibili del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau con Michele Andreola.
Fonte: Regione Toscana – Ufficio Stampa