"Ma le persone con disabilità possono avere una vita sessuale?": Iacopo Melio esplora la sessualità e la disabilità, tra pregiudizi e tabù.

“Ma le persone con disabilità possono avere una vita sessuale?”: Iacopo Melio esplora la sessualità e la disabilità, tra pregiudizi e tabù.

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Ho scritto un nuovo libro per affrontare argomenti che, anche oggi, tendiamo a nascondere, con l’intento di costruire insieme a voi un passo in più verso la ‘normalizzazione’, rompendo tabù e sovvertendo pregiudizi“. Con queste parole, Iacopo Melio, 32 anni e originario di Lazzeretto (Cerreto Guidi), annuncia sul suo profilo Facebook la pubblicazione del suo sesto libro ‘Ma i disabili fanno sesso? 100 domande scomode con 100 risposte semplici. Melio affronta con ironia e leggerezza il tema dell’affettività e della sessualità in relazione alla disabilità, cercando di sfatare la convinzione, ancora prevalente, che le persone con disabilità non possano vivere pienamente la dimensione fisica e affettiva della sessualità.

Nato nel 1992, Iacopo Melio è giornalista, scrittore, politico e attivista per i diritti umani e civili. Laureato in Scienze Politiche presso la Scuola “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze, è freelance nel campo del giornalismo e della comunicazione digitale. Dal 2020 ricopre il ruolo di Consigliere Regionale della Toscana ed è stato insignito nel 2018 del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella.

Affetto da una rara sindrome genetica, Melio è attivamente impegnato da anni nella sensibilizzazione sulla disabilità, affrontando la questione con autoironia e uno stile diretto che rifiuta il pietismo e il moralismo tipici della società. Ha preso parte a numerosi TEDx e ha già pubblicato cinque libri, presentando ora il sesto, dedicato a demolire i tabù legati alla sessualità nel contesto della disabilità.
L’accettazione dei limiti imposti da una disabilità significativa, come quella di Melio, non implica necessariamente l’esclusione dalla dimensione dell’amore fisico. Melio stesso scrive di aver “imparato molte cose, grazie all’amore e alla fisicità, che non devono necessariamente coesistere, purché siano frutto di una scelta reciproca, libera e rispettosa (sì, anche nella disabilità). Ho imparato a vivere meglio il mio corpo in certi momenti, riconoscendone il valore”.

Col passare degli anni – spiega Melio – ho compreso che ciò che pensavo fosse una mancanza, in realtà, era l’unico approccio logico: considerare e trattare la sessualità come qualsiasi altra questione personale, in modo ‘normale'”. Il libro si propone di normalizzare l’argomento, offrendo domande e risposte che spesso consideriamo scomode da porre a una persona con disabilità, ma che in realtà sono del tutto innocue e comuni. Domande come: “Come dovrei salutarla?” o “Posso invitarla al cinema?” diventano occasioni per abbattere con sarcasmo e umorismo i pregiudizi e i pietismi involontari, che sono tra i principali ostacoli all’inclusione.

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