Educatori professionali: la Cgil denuncia una "situazione critica" nella provincia di Livorno.

Educatori professionali: la Cgil denuncia una “situazione critica” nella provincia di Livorno.

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La situazione dell’educativa scolastica nelle scuole superiori della provincia di Livorno è estremamente allarmante. Rispetto all’anno scolastico precedente, si parla di un ridimensionamento di circa il 50% delle risorse economiche necessarie per implementare il PEI (Piano educativo individualizzato) in favore degli alunni con disabilità: 1,6 milioni di euro rispetto ai 1,9 milioni di euro previsti per il 2023-2024 e ai 2,8 milioni di euro necessari per garantire il PEI dell’attuale anno scolastico. Questa riduzione avviene in concomitanza con un aumento da 271 a 361 alunni disabili che necessitano di assistenza da parte degli educatori professionali.

La situazione è ulteriormente preoccupante in quanto, negli ultimi mesi, abbiamo assistito a uno scarico di responsabilità da parte del Ministero, della Regione e della Provincia: nessuno sembra disposto a prendersi carico della situazione attuale.

La competenza spetta alla Provincia, che, a causa della riforma Del Rio, non ha la possibilità di integrare i fondi insufficienti ricevuti da Ministero e Regione con il proprio bilancio. È fondamentale che ora si prendano decisioni: le ore di assistenza assegnate dall’ASL insieme alle scuole possono essere ridotte in base ai finanziamenti disponibili per l’anno corrente? Il diritto all’educazione e il supporto alla mobilità sono diritti fondamentali e non possono essere negati. Non si può sempre tagliare a scapito dei più vulnerabili.

Ad aggravare questa già critica situazione c’è il fatto che la gestione del servizio di educativa scolastica non viene applicata in modo uniforme nelle scuole, ma varia a seconda delle decisioni dei singoli dirigenti scolastici. L’autonomia scolastica non può diventare un’alibi per giustificare un sistema scolastico che discrimina nel decidere a chi offrire o sottrarre ore di assistenza, spesso con comunicazioni poco chiare alle famiglie.

È inaccettabile utilizzare i docenti di sostegno come sostituti degli educatori e viceversa. Le conseguenze negative di queste pratiche impattano gravemente sugli alunni con disabilità che necessitano di assistenza e sulle loro famiglie, compromettendo così il diritto allo studio.

Inoltre, gli educatori professionali si trovano sempre più vittime di condizioni lavorative inaccettabili: ad esempio, la cooperativa Fast, che gestisce il servizio di educativa scolastica per il Comune di Livorno, adotta una flessibilità estrema, non prevista dal contratto collettivo nazionale di riferimento. Risultato: la scuola sta diventando, purtroppo, uno strumento di sfruttamento dei lavoratori.

Non dovrebbero essere i dirigenti scolastici a gestire la contabilità oraria degli educatori. Le verifiche dovrebbero essere effettuate da personale tecnico della Provincia. Qualora tale personale non sia disponibile, l’ente territoriale dovrebbe farsi carico della sua assunzione.

L’attuazione dei PEI non può essere influenzata dalle risorse economiche disponibili: in gioco c’è il diritto allo studio degli studenti disabili. È auspicabile che si convochi al più presto un tavolo di discussione tra Regione, Provincia, organizzazioni sindacali e dirigenti scolastici.

È necessario che Provincia e Regione sostengano la richiesta di garantire parità di diritti e salario per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nel servizio, al fine di liberarli dalla condizione di precarietà e costruire un percorso verso condizioni lavorative dignitose e stabili.

Le Segreterie di Cgil, Fp-Cgil e Flc-Cgil continueranno a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per garantire il diritto allo studio.

Fonte: Cgil, Fp-Cgil e Flc-Cgil

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