In occasione della giornata dedicata alle donne, un’azienda come l’Aoup – che nel corso degli anni ha investito notevolmente nel combattere ogni forma di discriminazione sul posto di lavoro e ha valorizzato la diversità, adottando la Carta per le pari opportunità e ottenendo la certificazione di genere grazie a politiche basate sul rispetto del principio di pari dignità – ha dei settori disciplinari dove il divario di genere e gli stereotipi stanno rapidamente diventando un ricordo.
Tra questi c’è l’area dell’emergenza e della chirurgia delle reti tempo-dipendenti, che stanno lentamente avvicinandosi a discipline mediche dove già si riscontra una maggiore presenza di personale femminile.
Un esempio emblematico è rappresentato dalla sezione di Cardiochirurgia diretta da Andrea Colli, che si fa pioniera in questo cambiamento: nel suo reparto si verificano spesso turni di sala operatoria e di degenza gestiti completamente da donne.
Questo è certamente un aspetto positivo che si allinea con il tema del mese delle donne in Aoup.
In effetti, durante una settimana può capitare fino a tre volte di avere turni con reperibilità, urgenze ed emergenze gestiti da un’equipe chirurgica completamente composta da giovani donne, con un’età media di 34 anni.
Le professioniste coinvolte sono: Laura Besola e Sara Michelotti, cardiochirurghe; Chiara Mangifesta, specializzanda in cardiochirurgia; Danila Trunfio, anestesista; Valentina Lancellotti e Silvia Papini, infermiere; Chiara Richichi e Giada Carelli, infermiere di anestesia; Giulia Pennisi, tecnica di fisiopatologia cardiocircolatoria. Tutte collaborano nella cura di patologie cardiache che richiedono interventi a cuore aperto.
Il loro lavoro di équipe è complesso e rischioso, e ognuna di loro ricopre un ruolo cruciale, portando grandi soddisfazioni nel trattare patologie potenzialmente letali per i pazienti.
“Non c’è nulla di eccezionale da celebrare – afferma Colli – è fondamentale sottolineare che a Pisa questa organizzazione lavorativa basata su professionalità e competenze è diventata la norma. Il presente e il futuro appartengono ormai esclusivamente ai professionisti competenti sotto il profilo “tecnico” e “umano” nelle relazioni, senza alcuna distinzione di genere.”