La Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), attiva da 90 anni nella salvaguardia delle vite umane in situazioni di emergenza, esprime profonda inquietudine per la grave crisi sanitaria che affligge il nord della Striscia di Gaza. La chiusura del Kamal Adwan Hospital ha privato la popolazione di strutture sanitarie fondamentali. “La situazione umanitaria attuale nel nord di Gaza è inaccettabile – afferma Elena Bignami, presidente di Siaarti – e necessita di una risposta immediata e coordinata dalla comunità internazionale. Non possiamo permettere che la popolazione civile resti abbandonata senza cure essenziali”.
Siaarti – riporta una nota – si unisce alle preoccupazioni espresse dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha espresso shock per il raid sull’Ospedale Kamal Adwan, il quale ha messo fuori servizio l’ultima grande struttura sanitaria nel nord di Gaza. Il ripetuto colpo al sistema sanitario e l’assedio durato oltre 80 giorni hanno messo a rischio la vita di 75.000 palestinesi rimasti nella zona. Oltre alla mancanza di strutture sanitarie, la popolazione locale affronta una crisi umanitaria acuita dalla scarsità di cibo, acqua potabile e ripari adeguati. Le severe condizioni climatiche hanno già causato tragiche perdite, inclusa la morte per ipotermia di alcuni neonati. In nessun caso la distruzione deliberata di ospedali può essere giustificata, neppure in presenza di sospetti sul loro uso improprio. La protezione delle strutture sanitarie deve essere una priorità assoluta per la comunità internazionale.
“La distruzione delle strutture sanitarie, specialmente in un contesto di emergenza umanitaria come questo – aggiunge Alberto Giannini, responsabile del Comitato etico di Siaarti – rappresenta una grave violazione dei principi fondamentali del diritto umanitario internazionale”.
Siaarti, prosegue la nota, condanna fermamente l’uso dei civili come ‘scudi umani’ e l’impiego degli ospedali per scopi non sanitari. Allo stesso modo, condanna gli attacchi indiscriminati contro la popolazione civile, il personale e le strutture sanitarie. Colpire e distruggere ospedali è inaccettabile, anche in presenza di dubbi sul loro uso da parte di forze ostili, dato il grave impatto sulla popolazione civile.
Fedele al suo motto, ‘Pro vita contra dolorem semper’, Siaarti ribadisce il dovere del personale sanitario di prendersi cura di tutti, senza distinzione di età, sesso, religione o appartenenza politica, esortando a non compromettere le attività sanitarie anche di fronte a sospetti. La protezione della salute e della dignità umana deve rimanere al centro di ogni intervento internazionale. Siaarti si unisce all’Oms nel richiedere un immediato cessate il fuoco e la protezione attiva delle strutture sanitarie e dei civili, esortando a un impegno collettivo per alleviare la sofferenza delle popolazioni colpite.
“La comunità internazionale deve agire con urgenza per assicurare che la protezione della vita e della salute prevalga su ogni altra considerazione. Solo rispettando i principi umanitari potremo aspirare a un futuro di pace e sicurezza per tutti”, conclude Bignami.