Rapporto CER: Emissioni di gas serra in Italia in calo del 4,3% nel 2024

Rapporto CER: Emissioni di gas serra in Italia in calo del 4,3% nel 2024

34 0

ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024, l’Italia ha visto una diminuzione del 4,3% nelle emissioni di gas serra, grazie a un calo del 0,7% nei consumi e a un incremento nell’utilizzo di fonti rinnovabili, che ora coprono il 21,4% del fabbisogno energetico nazionale. Questi dati sono stati presentati nell’aggiornamento del Rapporto CER (Centro Europa Ricerche) intitolato “Sulla Strada della Transizione”, svelato presso la Banca del Fucino a Roma.
Lo studio evidenzia i progressi significativi raggiunti, ma anche la distanza dai traguardi prefissati nella transizione energetica.
Durante l’incontro, tra gli altri, hanno partecipato Stefano Fantacone, Direttore della ricerca del CER, Vladimiro Giacchè, Responsabile della Direzione Comunicazione, Studi e Innovazione Digitale della Banca del Fucino, Paolo Guerrieri Paleotti, Presidente del Comitato scientifico del CER e PSIA Science Po, Antonio Misiani, Responsabile Economia e Finanze, Imprese e Infrastrutture del Partito Democratico, Aurelio Regina, Delegato di Confindustria per l’Energia e il giornalista del Sole 24 Ore Paolo Bricco. Presenti anche Francesco Ferrante, Consigliere scientifico del CER per l’innovazione tecnologica e dell’Università di Cassino.
“Sono stati compiuti notevoli progressi, e questo deve essere riconosciuto. Tuttavia, è essenziale accelerare i nostri sforzi in linea con gli obiettivi europei e le esigenze di tutela del pianeta. Se non troviamo una soluzione, rischiamo di compromettere l’intero processo. Le opinioni pubbliche europee mostrano segni di disaffezione nei confronti della transizione, a causa dei costi sostenuti”, ha spiegato Fantacone.
Parlando delle sfide da affrontare, Fantacone ha illustrato un modello trifasico riguardante la transizione energetica: la neutralità degli USA, l’approccio ambizioso ma “improvvisato” dell’Europa, e la strategia industriale e di sviluppo della Cina.
“La politica industriale cinese mira a costruire una filiera produttiva altamente integrata in ogni fase della produzione”, ha affermato Giacchè, mentre presentava un confronto tra il settore automobilistico in Cina ed Europa, illuminando un rapporto della Banca del Fucino riguardo all’Overcapacity e il surplus commerciale cinese. “Le politiche industriali europee sono in ritardo, estremamente complesse e attualmente fissano obiettivi poco realistici. Sarebbe opportuno stabilire target di decarbonizzazione più concreti, posticipando quello del 2035”.
“Il punto di forza”, ha continuato Giacchè, “è avere una politica industriale di lungo periodo realmente integrata a livello europeo, superando le dinamiche franco-tedesche”.
Dal rapporto CER, emerge chiaramente che il calo delle emissioni nel 2024 è disomogeneo tra i settori, con una riduzione del 17,7% nelle aree soggette alla Direttiva ETS, contrapposta a un incremento dell’1,5% nelle aree ESR.
Tra i settori energy-intensive ETS, risulta una flessione delle emissioni negli impianti di combustione per la generazione di energia elettrica (-23,8%) e nell’industria manifatturiera (-8,7%), collegata a una minore dipendenza dal carbone.
Per quanto riguarda i settori ESR, la fine dell’anno segnerebbe un incremento delle sostanze climalteranti nell’Aviazione (+6,7%, a causa delle vacanze turistiche), nei Trasporti (+5,4%), nell’Agricoltura (+2,2%) e nei Rifiuti (+1,2%). Al contrario, le emissioni nei settori Civile (-1,5%) e Industria (-5,3%) sarebbero in calo.
Analizzando i consumi: a livello di domanda, si stima un ulteriore riduzione dell’uso di gas (-0,7%) e un aumento simile per il petrolio (+0,8%). In termini assoluti, il totale dei consumi provenienti da queste fonti fossili diminuirebbe di oltre 5 Mtep. La domanda di fonti rinnovabili, invece, crescerebbe del 5,7% (+1,6 Mtep). Negli ultimi quattro anni, l’utilizzo di fonti fossili è sceso di 4 punti percentuali (dal 78% al 74%), mentre le rinnovabili hanno registrato un incremento del 15,4%.
Le tendenze del biennio 2023-2024 continuano a far scendere i dati sulle emissioni e i consumi. Anche se i risultati sono positivi, non sono sufficienti a colmare la distanza dall’obiettivo europeo al 2030. Lo stesso discorso vale per i consumi, che sono scesi sotto la tendenza di lungo periodo nel 2023, pur rimanendo ben al di sopra del percorso target. Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, l’Italia si avvicina alla traiettoria delineata dalla Direttiva RED III, attiva dal 20 novembre scorso, che richiede agli Stati membri di incrementare la quota di energie rinnovabili ad almeno il 42,5% entro il 2030. Sulla base dei livelli attuali, l’incremento necessario sarebbe di poco superiore a 3,5 punti percentuali all’anno.
Dal lato della produzione, i dati Terna rivelano un significativo aumento della capacità installata di fonti rinnovabili per la generazione di energia elettrica in Italia, con un +8,8% nel 2022 e un +8,7% tra la fine del 2023 e ottobre 2024. Attualmente, la potenza installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è pari a 75,2 GW.
Questo incremento riguarda principalmente l’energia solare, con un aumento di oltre 13 GW rispetto al 2021 per impianti fotovoltaici. Anche la produzione di energia eolica sta crescendo (+1,6 GW), mentre i contributi provenienti da bioenergie e geotermico rimangono marginali. L’idroelettrico mantiene un’importanza rilevante, ma è sostanzialmente stabile a causa di vari fattori come scarsità d’acqua, difficoltà nell’ottenere nuove concessioni e convenienza economica. Attenendosi a queste tendenze, gli obiettivi delineati dal PNIEC risultano raggiungibili. Nell’ultima media annuale, il divario rispetto all’obiettivo PNIEC è di soli 6 GW, mentre se l’incremento della capacità installata per fonti rinnovabili fosse rimasto ai livelli del 2019-2022, la distanza sarebbe stata maggiore (41 GW).

– Foto ufficio stampa Banca del Fucino –

(ITALPRESS).

Fonte notizia

Related Post