Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele ha promosso un incontro significativo tra produttori e distributori, con il supporto di The European House – Ambrosetti (Teha). L’evento, che si è svolto presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, ha offerto un’importante occasione di riflessione strategica sulle sfide e le opportunità del settore agroalimentare italiano. In un contesto segnato da incertezze economiche e geopolitiche, l’agroalimentare continua a essere un irritante asset strategico per l’Italia.
Con un valore della produzione che supera i 320 milioni di euro e una produzione annuale di 2,5 milioni di cosce, il Prosciutto di San Daniele si conferma tra le eccellenze del Made in Italy, producendo un impatto economico rilevante. Ogni euro di fatturato generato dal Prosciutto di San Daniele genera 2,2 euro aggiuntivi nell’economia nazionale, contribuendo a un giro d’affari complessivo superiore a 1,1 miliardi di euro.
Uno studio strategico condotto da Teha ha sottolineato l’importanza della filiera agroalimentare italiana, che nel 2024 ha quasi raggiunto i 70 miliardi di euro in export, posizionando il Paese tra i leader del settore a livello mondiale. Il segmento di carne e salumi ha prodotto un valore aggiunto di oltre 8 miliardi di euro, rappresentando l’11% dell’intero settore agroalimentare nazionale. Il Prosciutto di San Daniele, settimo prodotto certificato italiano in termini di valore della produzione, ha mostrato una crescita notevole, contribuendo significativamente alle economie locali. Nel 2024, il mercato del Prosciutto di San Daniele ha riportato un incremento del 6,4% nel volume venduto e dell’8,2% nel valore.
All’incontro hanno partecipato rappresentanti del Consorzio, della ristorazione e della distribuzione, con l’intento di rafforzare il dialogo e di identificare strategie comuni per valorizzare il prodotto, migliorare il servizio di distribuzione e garantire qualità ai consumatori. Nicola Martelli, presidente del Consorzio, ha illustrato che il settore è composto da 31 produttori, dalle piccole aziende familiari ai grandi gruppi nazionali, rappresentando un distretto economico rilevante con un fatturato di oltre 350 milioni di euro. “Abbiamo recentemente rafforzato il nostro dialogo con la grande distribuzione organizzata, un partner strategico per valorizzare e comunicare il San Daniele Dop. È fondamentale un dialogo costruttivo tra tutti gli attori della filiera per ampliare la presenza del prodotto”, ha affermato.
“Il Consorzio – ha proseguito Martelli – ha fortemente voluto questo incontro per stimolare una riflessione sul mercato e sul consumatore finale, e per avviare un dialogo sulle sfide future del comparto agroalimentare, che va oltre il Prosciutto di San Daniele. Intendiamo costruire un nuovo rapporto con la distribuzione, basato su relazioni reciproche per uno scambio di esigenze e problematiche, al fine di dare risposte chiare al mercato e proteggere la qualità dei prodotti per i consumatori”.
“La nostra priorità – ha concluso Martelli – è preservare e valorizzare il prodotto, continuando a migliorarne la qualità. A tale scopo, stiamo implementando un nuovo progetto di segmentazione che stabilisce tre categorie di classificazione del Prosciutto di San Daniele Dop e normatizza le stagionature più lunghe. Questa non è solo un’azione promozionale, ma una regolamentazione che parte dalle caratteristiche della materia prima”.
Tra i principali temi trattati, il quadro macroeconomico e le sue conseguenze sul settore, l’evoluzione dei consumi e il ruolo fondamentale della distribuzione nel promuovere i prodotti a indicazione geografica. L’intervento di The European House – Ambrosetti ha evidenziato la necessità di una visione a medio e lungo termine per affrontare le sfide del settore. Il Consorzio ha delineato le strategie future, ponendo un accento sulla segmentazione dei prodotti Dop per regolare le lunghe stagionature, rafforzare le relazioni con la moderna distribuzione e stabilire un sistema di quotazioni più stabile per contrastare la volatilità del mercato. Inoltre, è stato avviato un Osservatorio periodico sui costi di produzione per monitorare le dinamiche del settore e garantire una maggiore protezione della filiera.
Il Prosciutto di San Daniele è un’eccellenza italiana che unisce tradizione, qualità e valore economico. La collaborazione tra produttori e distributori è vitale per garantire una crescita strategica e consolidare la presenza del prodotto sia sui mercati nazionali che internazionali. L’evento ha rimarcato l’importanza di un approccio collaborativo per promuovere e tutelare il Prosciutto di San Daniele, assicurando al contempo un’efficiente distribuzione e un elevato standard qualitativo, rispondendo così alle esigenze dei consumatori finali.
Il giornalista Ferruccio De Bortoli ha offerto una riflessione sul contesto geopolitico attuale: “La situazione geopolitica è molto complessa, e in questi giorni abbiamo assistito a numerosi annunci; ora bisogna vedere se si concretizzeranno in realtà. È cruciale abituarsi a un contesto internazionale in cui i ‘pugni sul tavolo’ sono più comuni, ma preferibili rispetto all’uso della forza. Dobbiamo considerare un quadro in rapido cambiamento e agire a livello europeo per far pesare le nostre posizioni rei coi grandi poteri globali. Le democrazie stanno vivendo un declino e l’ordine liberale del secondo dopoguerra che conoscevamo è finito. Dobbiamo ora riscoprire la memoria storica e affrontare il fatto che molti cittadini sono disposti a sacrificare diritti e libertà per alcune sicurezze economiche. Non sono pochi coloro che non considerano più la democrazia una risposta valida ai numerosi interrogativi che emergono”.
Lorenzo Pregliasco, co-fondatore di Quorum e Youtrend, ha analizzato il fenomeno della frammentazione sociale e culturale: “Questa frammentazione tocca molti ambiti della vita; l’abitudine di fruire contenuti ‘on demand’ rappresenta sia un effetto che un motore di trasformazione, portandoci a vederci come utenti in grado di scegliere e rifiutare framework imposti, anche in politica. Speranza ed emozione sono sentimenti diffusi, mentre la fiducia rimane a livelli più bassi”.
Pregliasco ha anche evidenziato una percezione di insoddisfazione nel Paese: “Da oltre dieci anni, la percezione collettiva è che le cose non stiano migliorando. Anche le incertezze interne alimentano paure e preoccupazioni riguardo a temi economici e sociali come la disoccupazione e la povertà. L’idea complessiva dello stato dell’economia italiana è negativa, complice la crescente paura dei rincari. Negli ultimi tre anni, i prezzi alimentari sono aumentati considerevolmente. Nel gennaio 2025, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 32% rispetto a dieci anni prima. L’acquisto di prodotti alimentari italiani e di qualità è visto come un rifugio rassicurante; il 54% degli italiani considera la qualità più importante del prezzo, e quasi due terzi preferirebbero spendere di più per un prodotto alimentare italiano”.
Armando Garosci, direttore di Largo Consumo, ha osservato come il commercio moderno stia rispondendo a questi fenomeni: “Quando la politica tace e non rappresenta gli interessi della gente, subentra la burocrazia. Oggi, il supermercato e il discount sono in crescita, mentre l’ipermercato è in crisi. Ci sarebbe bisogno di un maggiore servizio libero, ma i minimarket sono oggi supermercati in miniatura. In Italia, non esiste ancora un modello ben definito per questo segmento. I punti vendita più dinamici sono nel sud, e una società frammentata genera un retail frammentato; il negozio riflette la società”.
Benedetta Brioschi, partner e responsabile Food & Retail di The European House – Ambrosetti, ha sottolineato che “la filiera agroalimentare italiana è un asset strategico per il Paese”. Secondo i dati presentati, “ogni euro di fatturato generato dal Prosciutto di San Daniele fa attivare 2,2 euro aggiuntivi nell’economia; solo il 4,4% del valore dei consumi di carne e salumi va agli azionisti della filiera”. Per affrontare il futuro, Brioschi ha insistito sull’importanza di “una visione di lungo periodo, che definisca chiaramente lo stato attuale e i principali fattori di cambiamento che impatteranno la filiera”.
Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, ha evidenziato il ruolo cruciale della distribuzione moderna: “La distribuzione moderna è il veicolo principale attraverso il quale l’80-90% dei prodotti alimentari raggiunge le famiglie”. La sua missione, secondo Buttarelli, è “garantire a quante più persone possibile l’accesso a prodotti di qualità”.
Infine, Eleonora Graffione, presidente dell’associazione Donne del Retail, ha evidenziato la necessità di migliorare la professionalità all’interno del settore della distribuzione: “È fondamentale avere distributori competenti, che non si concentrino soltanto sul prezzo, ma sul valore creato attraverso il lavoro di un consorzio o di un produttore. Investire nella formazione del personale e nella valorizzazione dei prodotti di filiera è cruciale per alzare la qualità e il servizio. La competenza nel prodotto, la sostenibilità e una gestione accurata della distribuzione rimangono aspetti fondamentali per il futuro del settore”.