Radja Nainggolan è stato arrestato per traffico internazionale di droga. La notizia si diffuse rapidamente, inizialmente tramite la stampa belga e poi in tutto il mondo, Italia inclusa. Qui, l’ex calciatore di Roma, Cagliari e Inter gode di una grande popolarità, non solo per le sue abilità sportive ma anche per il profondo legame con i tifosi e il suo carattere, spesso considerato al limite.
Nainggolan è un calciatore di talento, ma il suo passato è segnato anche da episodi controversi. Recentemente, Walter Sabatini, il direttore sportivo che lo portò alla Roma, ha dichiarato: “Ho affetto per tutti i giocatori che ho portato in giallorosso, ma quello che più mi ha fatto arrabbiare è Nainggolan. Gli voglio bene come a un figlio, ma vorrei tenerlo a casa mia per dargli una lezione: è davvero incontrollabile. È un grandissimo calciatore, ma è un delinquente, uno che se gli metti davanti 7-8 shottini, se li beve tutti”. Oggi, il termine ‘delinquente’ usato da Sabatini risuona particolarmente pesante, probabilmente in un’accezione non letterale.
Un aspetto ricorrente quando si parla di calciatori coinvolti in atti criminali, specialmente legati alla droga, è la disponibilità economica, le abitudini e le frequentazioni con ambienti in cui la criminalità organizzata è presente e dove la droga circola con maggiore libertà. Questi fattori possono facilitare il coinvolgimento, reale o presunto, in situazioni criminali.
Negli scorsi anni, il mondo del calcio ha visto vari arresti noti per vari reati, dal calcioscommesse all’evasione fiscale, fino a reati sessuali. Quando si tratta di droga, si parla spesso di calciatori accusati di consumo di cocaina. La lista è lunga, considerando nomi come Francesco Flachi e Claudio Caniggia, con il caso più eclatante di Diego Armando Maradona, arrestato il 27 aprile 1991 a Buenos Aires per detenzione di mezzo chilo di cocaina, senza dimenticare il famoso portiere colombiano Renè Higuita, che non ha mai nascosto la sua amicizia con il narcotrafficante Pablo Escobar.
Il caso di Nainggolan ricorda quello di Michele Padovano, ex giocatore della Juventus e attuale commentatore di Sky, arrestato nel 2006 con l’accusa di finanziare un traffico internazionale di droga dal Marocco, per essere completamente scagionato dalle accuse solo 17 anni dopo. Al momento, Nainggolan è coinvolto in un’inchiesta sull’importazione di cocaina dal Sud America, attraverso il porto di Anversa, e sulla successiva distribuzione in Belgio. Il reato contestato è lo stesso di Padovano: traffico internazionale di droga. È fondamentale mantenere la presunzione di innocenza, ricordando l’errore clamoroso commesso con Padovano. L’arresto di oggi suscita inevitabilmente scalpore per la notorietà di Nainggolan, ma la giustizia deve seguire il suo corso. (Di Fabio Insenga)