“La medicina di genere è un argomento di crescente rilevanza,” ha affermato il Presidente dell’Ordine, Diego Catania. “Grazie alle prospettive diversificate e alle voci autorevoli di accademici e rappresentanti nazionali e regionali della medicina di genere – ha aggiunto – , ci proponiamo di delineare azioni strategiche per rendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale ancora più inclusivo, cercando di rispondere alla domanda: quale ruolo svolgono le Professioni Sanitarie in questo cambiamento?”.
I saluti istituzionali sono iniziati con l’intervento dell’Assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolè, il quale ha sottolineato l’importanza di rimettere al centro le risorse umane del sistema salute per costruire un contesto di cura inclusivo. Hanno partecipato anche Piero Ferrante, Presidente della Federazione Nazionale Ordini Fisioterapisti; Barbara Maria Cantoni, Segretario dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Milano, Lodi, Monza e Brianza; Rudy Alexander Rossetto, Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia; Nadia Rovelli, Presidente dell’Ordine Interprovinciale della Professione di Ostetrica/o di Bergamo, Cremona, Como, Lecco, Lodi, Milano, Monza Brianza e Sondrio, e Paolo Giovanni Viola, Presidente dell’Ordine dei Chimici e Fisici della Lombardia, evidenziando la sinergia tra i referenti delle Professioni a livello regionale e nazionale sul tema dell’equo accesso alle cure.
Il convegno è iniziato con l’intervento della Dottoressa Francesca Maranghi, Prima Ricercatrice del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha introdotto il concetto di medicina di genere, la sua applicazione nel Servizio Sanitario Nazionale e il ruolo dell’ISS nello svolgimento di studi sperimentali focalizzati sulle differenze di genere al fine di identificare gruppi di popolazione vulnerabili. Successivamente, la Dottoressa Franca Di Nuovo, Referente della Medicina di Genere della Regione Lombardia e membro dell’Osservatorio Nazionale della Medicina di Genere, ha fornito una panoramica delle azioni della Regione Lombardia per garantire un accesso equo alle cure, mentre la Dottoressa Cinthia Farina, Referente della Medicina di Genere dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e del Gruppo di Approfondimento Tecnico sulla Medicina di Genere della Regione Lombardia, ha approfondito le strategie adottate da una grande azienda sanitaria per implementare un approccio inclusivo e attento.
La moderazione degli interventi è stata affidata al Dottore Moreno Zanardo, Responsabile Scientifico, e al Professore Giuseppe Banfi, Professore Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore Scientifico dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio.
Nella seconda parte della mattinata, coordinata dalla Dott.ssa Ambra Cerri, Direttrice Operativa della Ricerca presso l’IRCCS Policlinico San Donato, e dal Dottore Fabio Corbino, Referente del Gruppo di Lavoro Equità di Genere dell’Ordine, i relatori hanno enfatizzato l’importanza delle variabili di genere in una prospettiva di prevenzione e nella raccolta di dati su larga scala.
La Professoressa Serenella Castelvecchio, Responsabile del Laboratorio di Ecocardiografia e Follow-up Area Cardiochirurgica-Cuore-Adulto presso l’IRCCS Policlinico San Donato, ha discusso la valutazione del rischio cardiovascolare nelle donne, mentre la Professoressa Rossella Tomaiuolo, Professoressa Associata in Biochimica Clinica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, si è concentrata su come raccogliere e interpretare i dati con un occhio attento alle differenze di genere. L’intervento della Professoressa Cinzia Bressi, Professoressa Associata in Psichiatria presso l’Università degli Studi di Milano, si è invece incentrato sul Questionario sul Ruolo di Genere (GeRoQ), sviluppato dall’Università in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Equità di Genere dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano.
Il Questionario ‘GeRoQ’, prodotto di una collaborativa sinergia con l’Ordine, mira a identificare gli elementi che contribuiscono alle differenze nell’accesso alle cure,” ha dichiarato la Prof.ssa Bressi. “Abbiamo cercato di mettere in evidenza gli aspetti più sottili del fenomeno, come l’impatto del ruolo di genere interiorizzato nella richiesta o nella ricerca di determinate cure, o la disparità nella distribuzione delle responsabilità domestiche tra uomini e donne, che può portare a una minore disponibilità di tempo per sottoporsi a controlli medici. È fondamentale essere consapevoli di tutte le variabili in gioco per implementare azioni correttive efficaci.”
Infine, è intervenuta la Ricercatrice Dottoressa Elisa Sala, la quale ha parlato della medicina di genere dal punto di vista del Centro Studi Fondazione “The Bridge”, un osservatorio privilegiato che connette istituzioni, accademia, associazioni di pazienti e caregiver, e società scientifiche per riflettere sullo stato attuale del sistema salute.
“Il futuro della sanità si costruisce formando Professionisti consapevoli,” commenta il Responsabile Scientifico e Vicepresidente dell’Ordine, Moreno Zanardo. “È necessaria l’adozione di un approccio diverso alle cure, più inclusivo ed equo, che richiede l’accumulo di nuove conoscenze, realizzate tramite corsi interdisciplinari, grazie all’aggiornamento continuo e al confronto con esperti del settore. Solo così le scoperte della ricerca e della letteratura scientifica possono essere trasferite nella pratica quotidiana dei Professionisti Sanitari.”
Aggiunge il Referente del Gruppo di Lavoro Equità di Genere dell’Ordine, Fabio Corbino: “Decostruire i bias sociali e culturali e promuovere una prospettiva di genere consapevole può avere un impatto significativo in molti ambiti: nel rapporto con i pazienti, nell’identificazione dei sintomi e nella corretta individuazione del percorso di cura più appropriato per ciascuna persona.”
“Da anni l’Ordine dedica particolare attenzione all’offerta formativa rivolta ai membri,” conclude il Presidente Catania. “Il nostro scopo è tracciare le linee del progresso del sistema sanitario e degli aspetti trasversali che riguardano la crescita delle Professioni. È certo che tutti coloro che hanno partecipato al convegno ne escono con una diversa consapevolezza riguardo all’inclusività delle cure e alle differenze di genere, che applicheranno nel loro operato. È così che le Professioni Sanitarie si fanno protagoniste del cambiamento, innescando una necessaria spinta evolutiva dall’interno del sistema salute.”
– Foto dell’ufficio stampa dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio –