Risultati significativi hanno condotto a normative più rigorose per la protezione dei nostri oceani. Ci sono ancora numerosi obiettivi da perseguire per garantire un avvenire al nostro Pianeta Blu. Questo è stato il fulcro della giornata celebrativa svoltasi oggi nella storica sede galleggiante sul Tevere, un’opportunità per riflettere e fare il punto sulle attività di questi ultimi quarant’anni.
Era il 1985 quando, grazie all’intuizione di Rosalba Giugni, veniva fondata Marevivo, con una missione chiara: proteggere l’ecosistema marino. Riconoscendo l’importanza di tutelare questa immensa risorsa, in un’epoca in cui il suo ruolo cruciale era ancora poco compreso – non si parlava ancora di inquinamento, sovra-pesca o crisi climatica – Marevivo avviava le prime iniziative di pulizia delle spiagge e dei fondali per rimuovere plastica, rifiuti e reti abbandonate, considerati all’epoca i principali nemici del mare. Non si era ancora consapevoli della grave direzione verso cui il nostro Pianeta si stava muovendo; solo negli ultimi anni si è iniziato a comprendere l’entità del problema ambientale e i suoi effetti sugli oceani e sulla salute umana.
Grazie alle campagne nazionali e internazionali promosse in questo periodo, la Fondazione ha raggiunto risultati straordinari. La salvaguardia della Posidonia oceanica a livello europeo, il bando delle reti “spadare”, originato in Italia ma poi esteso anche all’Europa, e il divieto di pesca dei datteri di mare e delle oloturie, essenziali per la biodiversità. Marevivo ha svolto un ruolo fondamentale nella creazione della prima Area Marina Protetta in Italia, a Ustica, in Sicilia, nel 1988, e negli anni successivi ha lavorato affinché altre aree potessero ricevere la stessa protezione. Attualmente sono 32 le AMP esistenti, anche grazie al suo incessante operato.
La Fondazione è stata, inoltre, tra le prime in Italia a sollevare l’attenzione riguardo all’impatto nocivo della plastica monouso in mare e alla pericolosità delle microplastiche, rilevate persino negli organi umani, minacciando così la salute dell’uomo. Grazie alle attività di sensibilizzazione e alla pressione politica, dal 2019 è stata introdotta in Italia una legge che vieta l’uso di microplastiche nei cosmetici da risciacquo e la produzione di cotton-fioc in plastica.
Nel 2022, a conclusione delle molte battaglie condotte nel corso degli anni, Marevivo ha ottenuto l’approvazione della “Legge Salvamare”, che contempla articoli rappresentanti azioni concrete per la protezione dell’ecosistema marino. Un aspetto cruciale di questa norma è il riconoscimento dell’importanza di educare sul tema dell’ambiente e del mare nelle scuole di ogni ordine e grado, un argomento che sta al centro delle attività della Fondazione, la quale da anni realizza progetti di educazione ambientale coinvolgendo decine di migliaia di studenti.
Secondo Marevivo, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza, soprattutto tra le nuove generazioni, sull’importanza di proteggere il mare per garantire la stessa sopravvivenza dell’uomo sulla Terra. Tra le iniziative di salvaguardia spicca il Parco Sommerso di Gaiola – istituito nel 2002 grazie a Marevivo – un patrimonio naturale e archeologico di valore, parte della “Rete Natura 2000” dell’Unione Europea, recentemente minacciato da proposte di raddoppio delle scariche di troppo pieno.
Nonostante sia un’Area Marina Protetta, essa è continuamente sotto pressione da decisioni politiche inaccettabili, contro le quali Marevivo e altre organizzazioni ambientaliste si sono opposte in sede legale.
L’ultima campagna globale di Marevivo, la sedicesima, sulla transizione ecologica “Only One. One Planet, One Ocean, One Health”, ha attraversato il mondo a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, affrontando temi cruciali per fronteggiare gli impatti che minacciano l’equilibrio raggiunto in quasi 4 miliardi di anni di vita sulla Terra.
Questi sono solo alcuni dei complessi battagli portate avanti negli anni, dimostrando l’impegno costante della Fondazione nella conservazione del mare e dei suoi organismi vitali. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per contrastare le gravi problematiche che affliggono gli oceani, tra cui: crisi climatica, overfishing, inquinamento, perdita di biodiversità e sfruttamento dei fondali marini (deep-sea mining).
“Essendo napoletana, cresciuta in una famiglia di armatori e amante delle immersioni, quando 40 anni fa le plastiche hanno iniziato a danneggiare il mio splendido mare, non ho potuto ignorare la situazione. Così, insieme a Carmen di Penta, abbiamo avviato una grande avventura, fondando un movimento per proteggere ciò che amavamo”, racconta Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo.
“Da una visione a un metodo, il nostro percorso in questo lungo cammino è evoluto dalle pulizie delle spiagge e dalle prime azioni definite inutili, fino a giungere a leggi per tutelare l’ecosistema marino. Abbiamo compreso che, per avere un impatto reale e duraturo, era necessario avere il supporto del mondo scientifico, educare attraverso le scuole e le grandi campagne di sensibilizzazione, e infine stabilire regole condivise per affrontare le minacce dirette al mare. Molti successi, molte sconfitte e tanti progetti per il futuro. Non ci fermeremo mai, sperando sempre in un effetto domino che possa cambiare la direzione di una civiltà che sta portando la nostra specie, e non solo, verso la sesta estinzione di massa”, conclude la Presidente.