“L’intelligenza artificiale ha il potenziale di ottimizzare l’efficienza dei processi, ma porta con sé anche sfide significative che non possiamo ignorare. L’uso efficace di questi strumenti richiede competenze sempre più specifiche, ed è su questo che le imprese e i candidati italiani devono focalizzarsi per non perdere importanti opportunità di business e di carriera, rimanendo al passo con una tecnologia in rapida evoluzione a livello globale”. Queste le parole di Tomaso Mainini, CEO di PageGroup per Italia e Turchia, una delle principali aziende nel settore delle risorse umane.
Le aziende sono chiamate a rivedere le proprie strategie di assunzione e formazione per mantenere la competitività e attrarre i talenti migliori. L’IA ha il potenziale di arricchire l’esperienza lavorativa, contribuendo così alla fidelizzazione dei dipendenti. È cruciale comunicare i vantaggi dell’IA non solo in termini di efficienza e produttività, ma anche per quanto riguarda il miglioramento del clima lavorativo. In un contesto di strategia delle risorse umane, l’intelligenza artificiale può assistere lavoratori e manager HR nell’esecuzione delle attività quotidiane e nell’intero processo di reclutamento. Tuttavia, l’integrazione dell’IA in un’azienda può comportare sfide, come emerso durante un recente evento organizzato da Michael Page al Park Hyatt Centric Hotel, dove si è discusso delle attuali sfide del mondo del lavoro e delle tendenze future del mercato di fronte a un pubblico di direttori del personale e imprenditori.
“Le principali difficoltà – afferma Vittorio Bonori, esperto partner di advanced analytics Emea di Bain & Company e relatore all’evento – non derivano solo dalla qualità dei dati o da ostacoli tecnologici come spesso si tende a pensare, ma riguardano aspetti come il modello operativo, la cultura aziendale e l’adozione. Sebbene l’arrivo dell’IA generativa ne abbia facilitato l’accesso e la scalabilità, l’integrazione nelle strategie aziendali si scontra spesso con la resistenza al cambiamento piuttosto che con difficoltà tecniche”.
“È fondamentale – continua – che le aziende progettino le loro soluzioni tenendo conto non solo della tecnologia, ma anche delle future implicazioni, utilizzando approcci come il Present-forward e il Future-back. Creare una cultura favorevole all’innovazione è essenziale. Per integrare con successo l’IA, le aziende devono rivedere il loro modello operativo e sviluppare un programma di change management che coinvolga tutti i livelli, dai C-Level alle funzioni operative. Un approccio olistico è cruciale per assicurare che tutti siano motivati e allineati nell’adozione dell’IA”.
“In PageGroup – aggiunge Tomaso Mainini – abbiamo implementato l’IA solo dove può effettivamente apportare valore. Abbiamo sviluppato modelli di IA per ridurre il tempo speso in attività amministrative, consentendo ai nostri consulenti di focalizzarsi su ciò in cui eccellono: costruire relazioni significative con candidati e clienti. Sul piano operativo, abbiamo creato uno strumento di IA per analizzare grandi quantità di domande di lavoro”.
“Questo – sottolinea – ci permette di esaminare un numero maggiore di candidature, considerando una varietà di candidati che altrimenti non sarebbero facilmente identificabili, riducendo al contempo il rischio di bias e accelerando il processo di creazione delle short list. L’obiettivo principale è gestire l’IA per massimizzare il potenziale delle persone, attraverso politiche di re-skilling e un ripensamento delle strategie di assunzione e formazione. Il futuro non può essere fermato, ma può essere modellato a beneficio delle persone, che devono sempre rimanere al centro e all’anima delle organizzazioni e delle loro strategie”.