Legambiente: Report su "Scacco Matto alle Rinnovabili", Sicilia in Ritardo

Legambiente: Report su “Scacco Matto alle Rinnovabili”, Sicilia in Ritardo

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Secondo la classifica delle regioni che sono più in ritardo rispetto agli obiettivi stabiliti dal Decreto Nazionale Aree Idonee, la Sicilia si colloca ottava: se il tasso attuale di installazioni prosegue, si prevede che il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2030 avverrà con un ritardo di 13,6 anni.

Secondo il rapporto di Legambiente, l’Italia è stata valutata negativamente per il progresso verso l’obiettivo del 2030 nel campo delle energie rinnovabili, stabilito nel Decreto Aree Idonee. Anche se gli ultimi anni hanno mostrato risultati parziali positivi – con un totale di 17.717 MW di rinnovabili installati tra il 2021 e il 2024, corrispondenti a una media annuale di 4.429 MW – l’Italia rischia di non rispettare il target di 80.001 MW di nuova capacità da installare entro il 2030, raggiungendo tale traguardo solo nel 2038, con un ritardo di 8 anni.

“Attualmente, il Paese ha raggiunto solo il 22% dell’obiettivo per il 2030, avendo installato 17.717 MW; mancano quindi all’appello 62.284 MW da realizzare entro i prossimi sei anni, equivalenti a 10.380,6 MW ogni anno. Tuttavia, il percorso è tutto in salita, sia a livello nazionale che locale, a causa di normative inadeguate, ritardi burocratici e opposizioni da parte delle comunità locali”. Per quanto riguarda gli impianti installati rispetto agli obiettivi del Decreto Nazionale Aree Idonee, “la Sicilia è all’ottavo posto in Italia, avendo raggiunto il 17% del suo target, con 1.778 MW realizzati tra il 2021 e il 2024 su un obiettivo di potenza aggiuntiva di 10.485 MW entro il 2030: se manteniamo l’attuale ritmo di installazioni, possiamo aspettarci un ritardo di oltre 13 anni nel raggiungimento dell’obiettivo 2030. Per recuperare, la Sicilia dovrà aumentare significativamente la propria attività di installazione, completando 8.707 MW aggiuntivi nei prossimi sei anni, ossia una media annua di 1.451,2 MW.

“Non possiamo tollerare ulteriori ritardi nella transizione ecologica del nostro sistema energetico, ancora dipendente da fonti fossili e inquinanti” – afferma Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia. I ritardi burocratici, una normativa nazionale incoerente e le richieste di moratorie su impianti eolici e solari, basate su preoccupazioni infondate riguardo alla preservazione del paesaggio e del suolo agricolo, stanno ostacolando lo sviluppo di un settore cruciale per il futuro della nostra regione.”

Legambiente Sicilia evidenzia l’urgenza di accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, pianificando con attenzione anche la qualità del panorama urbano, agricolo e industriale, e coinvolgendo le comunità locali in modo attivo. “Le energie rinnovabili” – continua Castronovo – non soltanto rappresentano una difesa contro gli effetti devastanti del cambiamento climatico, causando danni considerevoli a persone, beni e territori, ma offrono anche reali opportunità di risparmio energetico per le famiglie e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle tecnologie pulite e innovative. L’energia rinnovabile – conclude il presidente di Legambiente Sicilia – è fondamentale per un futuro sostenibile, per la salvaguardia della biodiversità e per un sistema economico più equo ed efficiente. È il momento di superare ostacoli obsoleti e di intraprendere scelte audaci per il bene della nostra regione e delle generazioni future”.

E’ stato anche presentato l’Osservatorio Aree Idonee e Regioni: “Il nostro Osservatorio Aree Idonee e Regioni”afferma Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambientevuole fornire un’analisi approfondita riguardo ai processi normativi regionali e ai ritardi, incoraggiando le amministrazioni a essere più audaci, soprattutto considerando che le energie rinnovabili e l’efficienza rappresentano le risposte concrete ai problemi del Paese e che l’obiettivo per il 2030 è solo un primo passo verso la decarbonizzazione da raggiungere entro il 2035 per la produzione elettrica e entro il 2050 per l’intero sistema energetico. Il ritardo dell’Italia rispetto ai 80.001 MW previsti per i prossimi sei anni è preoccupante, così come le restrizioni che molte regioni, in primis la Sardegna e la Toscana, stanno imponendo, rendendo rispettivamente il 99% e il 70% dei loro territori inidonei alla realizzazione di impianti a energie rinnovabili.”

Per quanto riguarda la proposta normativa regionale sulle aree idonee, la Sicilia è “inclassificabile, dato che l’unico documento pubblicamente disponibile è una proposta da parte di alcuni deputati regionali, la quale evidenzia comunque aspetti sia positivi che negativi”.

“Ci aspettiamo che la Sicilia prenda una direzione nettamente opposta rispetto ad altre regioni, come la Sardegna, in cui quasi tutto il territorio è stato dichiarato non idoneo, specialmente considerando le recenti dichiarazioni della Corte Costituzionale riguardo alla moratoria antecedente alla legislazione sarda” – annuncia Anita Astuto, responsabile energia e clima di Legambiente Sicilia. Riteniamo che la politica siciliana debba mostrare la forza necessaria per tracciare una nuova strada che permetta all’Italia, a partire dalla Sicilia, che ha il compito più arduo, di conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione.

Legambiente ha formulato dieci proposte per l’Italia e tre specifiche per la Sicilia: “Convertire le autorizzazioni già concesse in Sicilia in impianti operativi; Pianificare il futuro in relazione agli obiettivi di decarbonizzazione; Accelerare l’approvazione della legge regionale sulle aree idonee, per pianificare e facilitare la realizzazione di impianti e non per impedirli”.

Tra le dieci proposte, evidenziamo la necessità di “implementare strumenti per aumentare l’accettabilità sociale degli impianti, attraverso normative che promuovano la partecipazione attiva e costruttiva delle comunità locali, onde evitare opposizioni pregiudiziali che rallentano anche i progetti di qualità. Questo processo dovrà essere accompagnato da una rivoluzione culturale che consideri la transizione come un’opportunità per investimenti e sviluppo occupazionale nei territori, rappresentando altresì l’unico metodo per salvaguardare il paesaggio da trasformazioni permanenti causate dalla crisi climatica.”

-Foto Ipa/Agency-

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