Le batterie rappresentano un pericolo per i bambini: perché sono pericolose e cosa fare in caso di ingestione.

Le batterie rappresentano un pericolo per i bambini: perché sono pericolose e cosa fare in caso di ingestione.

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Non esiste oggetto più pericoloso per un bambino da ingerire di una batteria. A dichiararlo è Filippo Torroni, responsabile dell’Endoscopia d’emergenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, dopo che in Toscana i casi di bambini ricoverati per questo motivo sono aumentati a quattro in due mesi. “Le batterie, in particolare quelle a bottone, sono gli oggetti più rischiosi che un bambino possa mettere in bocca. Negli ultimi 20 anni nel mondo si sono registrati 68 decessi dovuti a queste batterie, mentre in Italia si contano tre vittime negli ultimi 15-20 anni”. Fortunatamente, al Bambino Gesù arrivano 2-3 casi al mese, ma non gravi. Le batterie a bottone, in particolare le CR2032, sono le più “killer” in caso di ingestione, poiché rilasciano una scarica elettrica ad alta tensione di 3 V, capace di danneggiare i tessuti biologici e creare perforazioni negli organi, con il rischio che il bambino possa morire dissanguato.

Cosa fare se un bambino ingerisce una batteria

“Se un genitore si accorge che il bambino ha ingerito una batteria, deve dargli del miele, che avvolge il corpo estraneo e riduce l’erogazione di elettricità, minimizzando i danni – suggerisce l’esperto – dopo di che, è fondamentale portarlo al pronto soccorso entro due ore, tempo critico in cui la batteria può ‘squagliarsi’ e causare danni significativi”.

Nella pancia dei bambini, gli endoscopisti d’emergenza trovano frequentemente “ami, spille, spilloni, chiavi, e addirittura una lampadina; è successo anche di estrarre una pendrive che un papà ingegnere non riusciva a trovare. Tuttavia, le batterie a bottone rimangono gli oggetti più pericolosi che un bambino possa ingoiare”, afferma Torroni. “Il gruppo di rischio è composto da bambini di età compresa tra 1 e 5 anni, con un picco a 2 anni, quando il bambino inizia a esplorare il mondo cercando di mettere in bocca gli oggetti. L’organo più vulnerabile è l’esofago, situato vicino a cuore e polmoni; l’endoscopista deve tenerne conto e procedere a un’estrazione urgente”.

Quali sono i segnali d’allerta a cui i genitori devono prestare attenzione? “Se il bambino manifesta disfagia, tosse, dolore toracico o, in alcuni casi, vomita sangue“, risponde l’esperto. “Dipende anche dalla forma e dalle dimensioni. Gli oggetti di lunghezza superiore a 6 cm non passeranno mai nel duodeno”. Quando il bambino arriva al pronto soccorso, “viene preso in carico da un pediatra, che esegue un rx collo-torace-addome per localizzare il corpo estraneo – spiega il medico – in seguito veniamo chiamati noi e portiamo il bambino in sala operatoria, previa effettuazione di una TAC per verificare eventuali danneggiamenti extra-esofagei. Viene praticata un’anestesia generale con intubazione oro-tracheale e si procede all’estrazione della batteria utilizzando endoscopi flessibili e altri strumenti come pinze, per garantire la massima sicurezza”.

Fonte notizia

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