Per due giorni, presso il Milano Luiss Hub, si riuniranno oltre 200 specialisti e rappresentanti governativi da tutto il mondo per discutere sull’innovazione aperta e la trasformazione digitale nelle politiche e nei servizi pubblici. Tra i relatori di spicco figurano: Sir Geoff Mulgan, esperto di innovazione nei servizi pubblici, già Chief Executive di Nesta e responsabile della strategia del governo Blair; Stephen Goldsmith, docente alla Harvard Kennedy School e direttore del Bloomberg Center for Cities’ Data-Smart City Solutions; e Talla Kebe, membro della task force sull’innovazione e digitalizzazione dell’Africa delle Nazioni Unite.
Il programma prevede nove gruppi di lavoro focalizzati sulle politiche pubbliche GovTech, che affrontano temi che vanno dal mercato unico europeo alla crescita della regione mediterranea e dei paesi in via di sviluppo, inclusi servizi pubblici inclusivi e amministrazioni efficaci nell’era dell’IA, fino all’innovazione aperta nel settore pubblico, ecosistemi digitali urbani, economia locale e relazioni tra turismo e made in Italy.
Il GovTech Forum mira a passare da una fase di ‘scoperta e validazione’ del GovTech italiano ed europeo a una rapida e coordinata adozione attraverso workshop sulle policy, panel di esperti internazionali e un dialogo diretto tra istituzioni, aziende e innovatori. Questa edizione del Forum sarà cruciale per definire un’agenda condivisa per una trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione che sia aperta, interoperabile, scalabile e che favorisca uno sviluppo economico, sociale e ambientale nell’Europa e nel Mediterraneo.
“In un contesto geopolitico ed economico in continua e rapida evoluzione, in cui i tradizionali riferimenti si stanno ridefinendo, l’Europa non può limitarsi a svolgere un ruolo da regolatore interno e spettatore nella corsa all’innovazione da parte di Stati Uniti e Cina. Deve assumere un ruolo più attivo e strategico nella digitalizzazione del settore pubblico, sia come facilitatore per i singoli stati nazionali, sia come attore unificato nel mercato, rafforzandosi come hub di innovazione e sviluppo tecnologico,” ha sottolineato Marcello Coppa, CEO e fondatore di Feel.
“Le grandi città – ha evidenziato Layla Pavone, coordinatrice del Board per l’Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale del Comune di Milano – sono le prime a cogliere le opportunità che l’innovazione propone per uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Le strategie e gli strumenti di governance volti a migliorare gli spazi e i servizi pubblici sono già in atto e ci incoraggiano a sostenere eventi come il Govtech Forum, un’occasione unica per scambiare idee, creare collaborazioni e partecipare a uno sforzo collettivo che, unendo tutti i livelli istituzionali, pubblico e privato, può garantire che la tecnologia serva al bene comune”.
“Negli Stati Uniti, il Defense Innovation Unit (DIU) e il modello DoD (Department of Defense) hanno incentivato l’adozione di tecnologie avanzate attraverso l’acquisto militare e politiche orientate alla missione. Parallelamente, il DOGE sta attuando una profonda riorganizzazione e ottimizzazione dei servizi federali. L’Europa deve sviluppare il proprio modello di innovazione pubblica, che non deve semplicemente replicare le strategie americane,” afferma Andrea Landini, Head of Platforms e fondatore di Feel.
La manifestazione aprirà domani alle 14 con gli interventi di Layla Pavone e Marcello Coppa. È supportata da Mastercard, PagoPA e Apolitical. Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un’accelerazione nella digitalizzazione di diversi servizi pubblici, sia locali (trasporti, prenotazioni, fascicolo sanitario, gestione rifiuti e acque, sicurezze) che centrali (identità digitale, sistemi di pagamento pubblici). Questa evoluzione è il risultato degli investimenti di Next Gen EU (PNRR) e altro.
Un’indagine condotta da Feel, con il supporto di Bilendi, fornisce indicazioni sulle esperienze, le percezioni e le aspettative degli italiani. Secondo la Banca Mondiale, l’Italia ha raggiunto uno dei livelli di maggiore maturità nel GovTech, ma il 53% degli italiani pensa erroneamente che il nostro paese non disponga di infrastrutture e servizi pubblici digitali rispetto ad altri paesi occidentali. Gli individui con esperienze internazionali sono più consapevoli.
“Gli italiani devono essere informati meglio. È fondamentale superare questo senso di inferiorità sull’innovazione del paese. Migliorare la percezione del brand Italia come innovativo sarebbe motivo di orgoglio nazionale e avrebbe ricadute positive nel trattenere talenti, attrarre investimenti e aziende innovative,” commenta Simone De Battisti, Head of Insights e fondatore di Feel.
Secondo il 77% degli italiani, l’innovazione e la digitalizzazione migliorano l’efficienza e l’accessibilità dei servizi, mentre il 59% percepisce un aumento del controllo e della sorveglianza da parte dello Stato. Solo il 23% è entusiasta della trasformazione digitale, considerando i benefici superiori ai rischi di sorveglianza, soprattutto tra i giovani, i più istruiti e nelle aree urbanizzate. D’altro canto, il 22% si dichiara preoccupato per il rischio di sorveglianza maggiore rispetto ai vantaggi, prevalentemente nel nord-est del paese e tra le persone più anziane (oltre 50 anni) e con un’istruzione medio-bassa. C’è una generale aspettativa positiva verso ulteriori trasformazioni e innovazioni dei servizi pubblici, specialmente per migliorare l’efficacia delle politiche sanitarie e scolastiche (61%), promuovere una maggiore crescita economica per tutti (56%), e rendere la democrazia più robusta (48%), specialmente nel migliorare la qualità dell’informazione e le procedure di voto.
La seconda sfida consiste nel supportare il cambiamento per le persone, in particolare quelle meno istruite e in età avanzata. Il divario digitale si basa principalmente sulle capacità delle persone. Non si tratta solo di tecnologie o competenze tecniche, ma di saper comprendere e utilizzare consapevolmente gli strumenti. L’indagine ha coinvolto 800 intervistati, rappresentativi della popolazione adulta italiana per età, sesso e regione, ed è stata condotta dal 4 al 7 marzo 2025 (rilevazione tramite panel web Bilendi, margine di errore +/- 3.5%, al 95% di probabilità).
– foto IPA Agency –