ROMA (ITALPRESS) – La digitalizzazione sta trasformando profondamente il sistema sanitario del nostro Paese. Per un impatto realmente positivo, è necessario un’attenta e competente gestione, che metta al centro il paziente e preveda una formazione idonea per i professionisti della salute. Questo è emerso durante il convegno tenutosi venerdì scorso a Roma, presso la Biblioteca del Senato della Repubblica ‘Giovanni Spadolini’. L’evento, organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm e Pstrp), ha sollecitato una riflessione proattiva sulle sfide e opportunità nella transizione digitale in sanità.
‘È fondamentale discutere su come garantire che l’innovazione tecnologica in sanità rispetti i diritti dei cittadini e i principi etici che caratterizzano la nostra professione, come evidenziato dai nuovi codici deontologici recentemente approvati dal nostro Consiglio nazionale – ha commentato Teresa Calandra, Presidente della Federazione nazionale, aggiungendo – La digitalizzazione rappresenta una vera e propria rivoluzione, migliorando l’efficienza, l’accessibilità e la qualità delle cure. Tuttavia, questa trasformazione comporta nuove sfide, sia nella protezione dei dati personali che nelle responsabilità professionali e scientifiche.
Il lancio della transizione digitale negli enti pubblici e l’impatto della digitalizzazione sui professionisti sanitari, inclusi i liberi professionisti, sono stati argomenti centrali del dibattito, proiettando sguardi sugli sviluppi futuri. La digitalizzazione è un’opportunità, favorita da investimenti in crescita. Tuttavia, persistono forti disuguaglianze territoriali: i dati di NetConsulting Cube del giugno scorso indicano che la spesa media per la sanità digitale ammonta a 76,4 euro pro capite, con differenze superiori al 50% tra le regioni del nord e del sud Italia.
‘La digitalizzazione in sanità rappresenta una grande opportunità per il SSN, ma richiede il coinvolgimento attivo di tutti gli attori coinvolti. La mancanza di competenze digitali tra i professionisti sanitari costituisce un ostacolo significativo all’adozione di queste tecnologie, unita a una gestione sanitaria regionale che è ancora frammentata – ha affermato il Sottosegretario alla salute, Marcello Gemmato, intervenuto al convegno della Fno Tsrm e Pstrp, sottolineando come il sistema sanitario, grazie alle tecnologie digitali, punta a diventare più efficiente, equo e sostenibile. Tuttavia, ‘è necessario investire nelle competenze degli operatori sanitari, fornendo strumenti e abilità per migliorare la qualità dell’assistenza, ottimizzare l’organizzazione del lavoro e assicurare un accesso paritario ai servizi sanitari digitali. Solo così si potrà costruire un sistema moderno, integrato e in grado di offrire servizi di qualità a tutti i cittadini.
La Fno Tsrm e Pstrp ha avviato iniziative per facilitare l’uso di strumenti digitali da parte dei professionisti della salute, garantendo formazione specifica, supporto nell’uso delle nuove piattaforme e un percorso di integrazione progressiva con il FSE (Fascicolo sanitario elettronico e altri sistemi digitali nazionali). In particolare, la Federazione ha adottato un Piano triennale di transizione digitale – come spiegato da Alessandro Iala, consulente della Federazione per la Transizione digitale – un documento che stabilisce le basi per uno sviluppo concreto e sostenibile della sanità digitale, in linea con le direttive dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), che punta non solo a implementare nuove tecnologie, ma anche a ripensare i processi con un focus su efficienza, interoperabilità e accessibilità dei servizi per professionisti e cittadini.
Riguardo la transizione digitale, è intervenuta anche Alessandra Pieroni, della Direzione Innovazione e Transizione Digitale di AgID, che ha sottolineato l’importanza dell’Infrastruttura pubblica digitale (IPD) nel modernizzare e rendere più efficienti i servizi pubblici e privati, garantendo un accesso vasto, sicuro e interoperabile. L’uso di sistemi digitali condivisi facilita la creazione di processi innovativi e servizi avanzati per la PA, riducendo frammentazione e sovrapposizioni. Queste infrastrutture, fungendo da ‘building block’ digitali, consentono una trasformazione su larga scala, promuovendo l’integrazione tecnologica e una governance più agile, efficace e accessibile.
In questo contesto, è stata prestata particolare attenzione alla protezione dei dati personali. Questi dati sensibili, il cui rispetto della riservatezza non è un semplice obbligo burocratico, ma un principio etico e professionale essenziale per la pratica sanitaria, come già stabilito nei codici deontologici recentemente approvati, ha evidenziato Saverio Colabianchi, DPO della Federazione. La digitalizzazione impone nuove responsabilità, ma rafforza anche il ruolo del professionista nella salvaguardia della riservatezza e dell’integrità delle informazioni.
Concetto confermato da Silvia Melchionna del Dipartimento libertà pubbliche e sanità del Garante per la protezione dei dati personali (GPDP), presente alla giornata di studio, la quale ha affermato che la protezione dei dati non rappresenta un ostacolo all’innovazione del sistema sanitario, a condizione che essa venga integrata sin dalle prime fasi di progettazione, seguendo il principio della privacy by design, in modo da sviluppare infrastrutture digitali sicure ed efficienti senza compromettere l’innovazione e l’accessibilità dei servizi.
Alla luce di queste considerazioni, la ricerca scientifica gioca un ruolo cruciale, concentrandosi sull’integrazione delle tecnologie digitali nei percorsi assistenziali e sulla valutazione dell’impatto della sanità digitale in termini di efficacia e sostenibilità, oltre allo sviluppo di nuove metriche per misurare l’innovazione sanitaria, fornendo dati sul rapporto costo-beneficio e sulla qualità delle nuove modalità di assistenza.
A introdurre il dibattito è stato il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Rocco Bellantone, il quale ha ribadito il ruolo fondamentale dell’ISS nella ricerca su intelligenza artificiale e digitalizzazione, con un impegno costante per la trasparenza dei dati e la formazione dei professionisti. Bellantone ha evidenziato la necessità di un’azione collettiva e di una visione condivisa per superare le resistenze, garantire un quadro normativo adeguato e promuovere la trasparenza nei processi, oltre all’uso di dati sintetici nella ricerca per affrontare i limiti legati alla privacy.
Giuseppe Greco, Professore dell’Università degli studi di Firenze, presente all’evento, ha dichiarato: «La ricerca sulle professioni Tsrm e Pstrp si inserisce in una sfida evolutiva più ampia delineata dal documento approvato dalla Federazione nazionale il 29 luglio 2023. Questo testo invita i professionisti sanitari a riflettere consapevolmente sul loro ruolo nel sistema sanitario, sottolineando l’importanza di un’integrazione sempre più stretta tra le diverse discipline e professioni e di definire chiaramente i ruoli e i modelli di presa in carico specifici per ogni professione, evitando sovrapposizioni e favorendo una collaborazione efficace. È fondamentale che le professioni sanitarie siano definite non solo in base alle prestazioni erogate, ma in risposta ai bisogni di salute della popolazione, evolvendo di conseguenza. Raggiungere questi obiettivi richiede necessariamente un’innovazione digitale, la cui influenza è ormai indispensabile per il futuro della sanità. Il rapporto tra digitalizzazione e responsabilità sociali, scientifiche e professionali è il tema centrale della riflessione di oggi».
Guglielmo Bonaccorsi, Stefano Durante e Martina Giusti hanno presentato lo stato attuale di tre progetti del centro studi Sapis della Fno Tsrm e Pstrp, relativi all’osservatorio sulle professioni Tsrm e Pstrp e territorio, alle professioni Tsrm e Pstrp negli IRCCS (SPIRLab) e alla special issue di Frontiers che, a seguito dello Spring colloquium del maggio 2024, fornirà risorse bibliografiche sul contributo delle professioni sanitarie per garantire la sanità pubblica.
Infine, la giornata, arricchita dagli interventi dei consulenti della Fno Tsrm e Pstrp, Marco Montes e Roberto Dezio – del gruppo libera professione, ha messo in evidenza i liberi professionisti, che rappresentano circa il 30% degli iscritti Tsrm e Pstrp, anche rispetto alla necessità di gestire la transizione digitale con strumenti adeguati. I professionisti autonomi devono affrontare questo cambiamento con garanzie concrete, che riconoscano il loro ruolo e stimolino il loro contributo all’interno del SSN. In questo contesto, la Federazione ha intrapreso diverse iniziative, tra cui l’aggiornamento dei codici ATECO delle professioni Tsrm e Pstrp, l’istituzione di un tavolo paritetico con la FNOMCeO e le Società tra professionisti e l’avvio dei lavori per la cassa previdenziale, che rappresentano i pilastri fondamentali di una strategia organica e strutturata, mirata a garantire il successo della trasformazione digitale, valorizzando il lavoro dei professionisti autonomi e assicurando loro maggiori tutele e opportunità.
L’innovazione tecnologica non è un obiettivo in sé, ma uno strumento per migliorare la qualità delle cure e ottimizzare le risorse. Dal convegno è emersa l’esigenza di un maggiore coinvolgimento delle professioni sanitarie nei processi decisionali riguardanti la digitalizzazione, affinché le nuove tecnologie possano realmente rispondere ai bisogni di assistiti e operatori, garantendo così un sistema sanitario più equo, efficiente e umano, dove l’innovazione si accompagni all’etica e alla relazione di cura.
– foto ufficio stampa FNO TSRM E PSTRP –
(ITALPRESS).
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