Dall'australiana all'aviaria: cosa bisogna sapere.

Dall’australiana all’aviaria: cosa bisogna sapere.

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Quest’anno, rispetto al 2024, in Italia è presente un’ampia varietà di virus respiratori, tra cui adenovirus, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e Covid, insieme al virus dell’influenza australiana, che probabilmente raggiungerà il picco di contagi a fine mese.

Negli Stati Uniti si è registrato il primo decesso di un paziente affetto da influenza aviaria, mentre in Cina è in corso un’epidemia di metapneumovirus umano (Hmpv). L’Osservatorio Virusrespiratori.it fornisce un quadro complesso dei virus, stagionali e non, che circolano e richiedono attenzione.

“Attualmente, il tasso di diffusione dell’influenza è inferiore alle aspettative di inizio stagione, in parte perché il virus che ci preoccupava di più, l’H3N2 di origine australiana, non ha prevalso – afferma Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, nonché Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it. – Per ora, stiamo osservando una combinazione di quel virus e dell’A/H1N1, che di solito provoca sintomi meno gravi. L’epidemia influenzale si sovrappone alla continua presenza di altri virus respiratori, come il virus sinciziale, adenovirus e Covid, che, sebbene meno grave, è ancora presente. Nelle prossime settimane, con la riapertura delle scuole e l’arrivo del freddo, prevediamo un incremento delle malattie simil-influenzali. Ci aspettiamo di raggiungere il picco, probabilmente a fine mese.”

In vista di questa possibile recrudescenza influenzale, si raccomandano riposo, idratazione e un uso responsabile dei farmaci, evitando l’automedicazione con antibiotici. È importante continuare a indossare mascherine in ambienti chiusi, usare gel igienizzanti e mantenere il distanziamento sociale. “Queste pratiche dovrebbero diventare parte del nostro stile di vita quotidiano – sottolinea Pregliasco – non solo per proteggerci dall’influenza, ma anche per costituire efficaci barriere in caso di futuri eventi pandemici. Meglio agire d’anticipo.”

A tal proposito, un esempio recente è l’aumento dei casi di metapneumovirus umano (Hmpv) nella Cina settentrionale, un virus trasmissibile principalmente attraverso goccioline respiratorie e contatto con superfici contaminate. Negli ultimi giorni si è registrato un incremento dei casi, in particolare negli under 14, sollevando preoccupazioni per una potenziale epidemia simile a quella del Covid. Anche se il virus può causare malattie gravi come bronchiti e polmoniti, le autorità sanitarie cinesi hanno affermato che non ci sono prove che suggeriscano il rischio di una nuova pandemia, grazie al fatto che il virus è già noto e presenta un certo livello di immunità nella popolazione a causa di precedenti infezioni.

Negli Stati Uniti, è stato segnalato il primo decesso legato al virus dell’influenza aviaria A (H5N1): un uomo di 65 anni contagiato da un animale domestico, probabilmente un volatile. “È vero che si tratta di una persona anziana con patologie preesistenti, ma è fondamentale mantenere alta la sorveglianza negli allevamenti intensivi senza creare allarmismi”, raccomanda il virologo. Al momento, “non ci sono evidenze che il virus dell’influenza aviaria si trasmetta da uomo a uomo”, ma ogni nuovo caso di aviaria negli esseri umani potrebbe dare al virus ulteriori opportunità di evolversi e adattarsi a infettarci.

Prepararsi a un “eventuale contagio umano” è fondamentale. Già adesso, sarebbe utile pianificare la disponibilità del vaccino, quale prodotto utilizzare e quanto tempo potrebbe servire per sviluppare un vaccino per eventuali varianti di H5N1, oltre a comprendere le caratteristiche contro cui un farmaco antivirale potrebbe essere efficace” conclude Pregliasco.

Fonte notizia

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