Suicidio assistito, associazione Coscioni: "Il tribunale di Firenze conferma il diniego al farmaco per una donna di 70 anni"

Suicidio assistito, associazione Coscioni: “Il tribunale di Firenze conferma il diniego al farmaco per una donna di 70 anni”

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Il Tribunale di Firenze ha confermato il rifiuto della Asl Toscana Centro riguardo la fornitura dei farmaci necessari per la procedura di “suicidio assistito”, richiesta da una donna toscana di 70 anni, affetta da BPCO, una malattia polmonare che comporta il restringimento cronico delle vie aeree. Questa donna aveva già ricevuto dalla stessa azienda sanitaria l’approvazione per accedere all’aiuto al suicidio, reso legale in Italia dalla sentenza 242/2019 riguardante il caso “Cappato/Dj Fabo”. A rendere noto il fatto è stata l’associazione Luca Coscioni, che aveva già discusso del caso della 70enne nel novembre scorso.

“I giudici hanno confermato il rifiuto, sostenendo che i farmaci appropriati fossero disponibili solo in modo privato in Italia e che la signora, non essendo indigente, potesse acquistarli. La donna ha così deciso, tramite il suo team legale guidato dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, di presentare appello contro questa decisione affinché venga ordinata la fornitura di tutti i farmaci, alcuni dei quali non sono reperibili privatamente e sono già stati autorizzati dall’azienda sanitaria”. Nella nota dell’associazione si evidenzia che “attualmente ci sono due aziende sanitarie in Toscana che stanno operando in contraddizione con la sentenza della Corte costituzionale. Oltre alla 70enne, anche un’altra donna di 54 anni, affetta da sclerosi multipla e che ha ricevuto il via libera per accedere al suicidio assistito a luglio 2024, sta affrontando la stessa situazione, dopo che l’Azienda USL Toscana Nord Ovest continua a negarle il farmaco. Le aziende sanitarie in altre Regioni, come Veneto e Friuli Venezia Giulia, invece, hanno completato l’intera procedura, verificando le condizioni dei pazienti e fornendo tutto il necessario in conformità a quanto stabilito dalla Consulta. Questo è stato anche ribadito dall’allora Ministro della salute Roberto Speranza in una lettera inviata il 20 giugno 2022 ai Presidenti delle Regioni, sottolineando che ‘è necessario garantire che le spese mediche necessarie per il suicidio medicalmente assistito siano coperte dal Servizio Sanitario Nazionale per i pazienti che ne facciano richiesta’”.

“Negare la fornitura dei farmaci, contrariamente a quanto affermato dall’Azienda sanitaria, che non sono disponibili per acquisto privato, significa infrangere la volontà della persona e disattendere il giudizio costituzionale creato per eliminare le discriminazioni rispetto al diritto all’autodeterminazione di chi sceglie diversi percorsi di fine vita”, ha dichiarato Filomena Gallo, coordinatrice del team legale della donna e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. “La procedura autorizzata dall’azienda sanitaria prevede due percorsi con farmaci distinti. L’assunzione dei farmaci per via orale può risultare potenzialmente pericolosa, poiché può portare a effetti collaterali gravi come vomito e crisi convulsive, rischiando di provocare una morte dolorosa o addirittura un coma. È essenziale che la procedura si svolga in sicurezza anche per i farmaci non reperibili privatamente. Spetta al medico, con il consenso del paziente, decidere quale strategia adottare per assicurare una morte dignitosa e senza sofferenza, come stabilito dalla giurisprudenza; non può essere un giudice a farlo. Su questo aspetto, il giudice di Firenze ha mal interpretato la procedura medica definita dalla letteratura scientifica e approvata dall’azienda sanitaria, che ora nega la fornitura. Nel frattempo, le condizioni della signora sono peggiorate e rischia di non poter seguire la propria volontà”.

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