Sanremo © Foto di Rudy e Peter Skitterians da Pixabay
Il Festival di Sanremo, tra apprezzamenti e critiche, è come la nutella sul pane: tutti dicono di non indulgiarvi, ma quando ce l’hai in casa, prima o poi ci cadi.
Quindi, confessate che vi ha tenuti incollati al divano, anche solo per dieci minuti: anche voi vi siete lasciati prendere dal telecomando.
Questa edizione del 2025 sembrava filare liscia come l’olio, ma a quanto pare non è così: le critiche sono arrivate anche quest’anno.
Carlo ha ricevuto parecchi strali – e non in senso letterale, s’intende! – come se fosse un difetto essere professionali e rispettosi del tempo e dello spazio televisivo, anziché un merito. Anche come direttore artistico, è stato oggetto di commenti: canzoni banali, interpreti raccomandati, e così via.
Mentre aspettiamo il responso finale di questa edizione venti venticinque, anch’io voglio esprimere la mia opinione, divertendomi e stilando una classifica che probabilmente non avrà nulla a che fare con la realtà.
Immaginando di offrire un vino a ciascuno di loro, nel bene e nel male.
10° posto –carissima Sarah Toscano, mi dispiace moltissimo che, nonostante la tua giovanissima età, tu abbia già sul tuo volto lacrime causate da chi ti ha illuso. Abituati a questa situazione, ne avrai un bel po’ da affrontare; e allora, su con la vita: morto un Papa, se ne fa un altro. Per quanto riguarda il titolo della tua canzone, Amarcord, dalle note classiche ma vivaci, ti offro un rosé della Loira, uno di quelli pallidi e profumati.
9° posto – Coma-Cose, che probabilmente si tagliano i capelli a vicenda con l’aiuto della terapeuta di coppia. Lui, probabilmente, le fa anche il trucco.
Una canzone che mi farà cambiare stazione radio ogni volta che la sentirò quest’estate. Tutti questi cuoricini che cantate e disegnate con le dita vi offro un bel Sagrantino di Montefalco, tannico e deciso, più di quanto lo siate voi l’uno con l’altra, anche se non ve ne rendete conto.
8° posto – The Kolors: tutte le loro storie sembrano identiche. Un testo così banale da sembrare scritto da un boomer. Il ritmo è ballabile, non mi ha impressionato, ma c’è di peggio. Un Prosecco per voi.
7° posto – Simone Cristicchi, più poeta che cantante. Stonato fino al midollo, temo che abbia sbagliato Festival. Il testo ha fatto piangere tutti, in particolare i benestanti con madri assistite da tre badanti al giorno in case di cura da 10.000 euro al mese.
Piangono lacrime empatiche, anche se visitano il genitore solo una volta ogni sei mesi. Davvero una bella furbata.
Gli offrirei un marsala, quello che bevevano le nostre madri negli anni Settanta. C’era un pollo sull’etichetta, meglio non fare nomi… Sul vino c’era scritto “marsala all’uovo”.
6° posto – Giorgia, mi hai fatto canticchiare “La notte dei miracoli” di Lucio Dalla per due giorni; ma che dire… hai una voce potente, ma in Sky Fall Annalisa ti ha dato del filo da torcere.
Virtuosismi vocali un po’ superati, troppi ornamenti vocali, ma alla fine il miracolo di salire sul podio ti assisterà.
Comunque: grande rispetto per la tua voce e la tua tecnica. Ti offrirei un millesimato Franciacorta, una bollicina italiana di alto livello che, però, ha passato il testimone al Trento Doc. C’è un tempo per tutto.
5° posto – Willie Peyote, un testo molto piacevole e una musica ritmata. Dice “no grazie” alle cene di classe, a chi non sa scrivere e parlare, a chi bacia i propri figli sulla bocca.
Che dire, condivido pienamente tutti i suoi “no”.
Gli offrirei un Sassicaia 2015, sono curioso di vedere se avrà il coraggio di dire “no grazie”.
4° posto – Achille Lauro ha delle note che sostanzialmente mi ricordano l’Ave Maria di Schubert. Ti presenti elegante, come un uomo d’altri tempi, a partire dagli scarabocchi sul viso che ti caratterizzano in questo secolo.
La canzone è melodica; anche se molti anni fa sei arrivato all’Ariston in Rolls Royce. Un romanticone milionario insospettabile.
Cosa potrei offrirti? Sceglierei un prestigioso vino di Bordeaux come il Petrus, ma se lo scarabocchi come hai fatto col tuo viso? Dai, restiamo umili. Una bella Chiavennasca della Valtellina – Sassella – andrà benissimo.
3° posto – Fedez, cadi in depressione pur avendo una vita invidiabile. Chissà dove saresti adesso se avessi fatto l’operaio a rischio licenziamento.
Ma tu sei Fedez, riesci a mettere le tue paranoie in musica e lo fai bene con il tuo stile rap. Per alleviare un po’ la tua depressione, ti offrirei una grande quantità di bollicine. Un buon lambrusco, non troppo secco, un vino leggero perché prendi troppi psicofarmaci.
2° posto – Lucio Corsi, caro, sei uno scricciolo pieno di cose meravigliose. Ti hanno paragonato a Bowie, Zero, ai Kiss… ma perché devi sembrare qualcosa che non sei?
Hai portato un testo innovativo, sei dotato di una bella voce e suoni tanti strumenti che si fa fatica a star dietro.
Con Topo Gigio mi hai rapita, mi hai riportato all’infanzia, facendomi vedere il mondo con i tuoi occhi. Il tuo mondo, fantastico, è come il tuo talento.
Ti offrirei un Morellino di Scansano per farti sentire a casa, ma ti porto in montagna con un Marzemino, fruttato e fresco.
Primo posto a Carlo Conti. Lo so che è fuori gara e non canta. Ma lo premio per la sua professionalità, prontezza di spirito e per l’attenzione al territorio. Carlo, che ne dici: ci beviamo un Gallo Nero?