Recuperate 30 preziose pagine miniate rubate a Colle di Val d'Elsa nel 1982

Recuperate 30 preziose pagine miniate rubate a Colle di Val d’Elsa nel 1982

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Finalmente, dopo oltre quarant’anni, tornano a casa le preziose pagine miniate di sei corali provenienti dal convento di San Lucchese a Poggibonsi, rubate l’8 marzo 1982 dal Museo Diocesano di Arte Sacra di Colle di Val d’Elsa. Il recupero, effettuato dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, rappresenta un trionfo significativo nella battaglia contro il traffico illecito di opere d’arte.

La cerimonia di restituzione si è tenuta presso il Complesso San Pietro, con un duplice significato simbolico: la consegna all’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, legittima proprietaria, e al Sindaco di Colle di Val d’Elsa, il quale custodirà le pagine nel museo civico e diocesano d’arte sacra.

Le opere recuperate appartengono a due serie liturgiche di altissimo valore storico-artistico. La prima è stata realizzata tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo da una bottega senese, mentre la seconda, risalente alla metà del XV secolo, è firmata dalle rinomate botteghe fiorentine dell’epoca, che ospitavano maestranze provenienti da varie zone del territorio.

Non è il primo recupero connesso al furto del 1982: in passato, il Nucleo TPC aveva già restituito altre pagine miniate dello stesso gruppo, esposte in una mostra dedicata a Palazzo Pitti a Firenze nel 2020 e replicata nel 2022 presso il Complesso San Pietro.

Il merito del recupero va riconosciuto a un cittadino appassionato d’arte, che, riconoscendo il valore eccezionale delle pagine, ha subito collegato il ritrovamento al furto del 1982. Questo gesto dimostra la crescente sensibilità della comunità verso la protezione del patrimonio culturale.

Fondamentale per le indagini del Nucleo TPC di Firenze è stato il contributo scientifico della professoressa Sonia Chiodo, docente associata di Storia dell’Arte Medievale presso il Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze e curatrice della mostra di Palazzo Pitti.

Data l’importanza e la delicatezza delle opere, fin dal momento del sequestro, esse sono state affidate in custodia temporanea all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, un’istituzione a autonomia speciale del Ministero della Cultura e centro di riferimento nazionale per il restauro e la conservazione dei beni culturali.

La restituzione segna l’inizio di un ambizioso progetto di studio e valorizzazione che coinvolgerà la cattedra di Storia dell’Arte Medievale di Firenze, la direzione del museo, il servizio cultura del Comune di Colle di Val d’Elsa, l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici e il Nucleo TPC di Firenze.

 

 

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