Quando il calcio si tinge di vergogna.

Quando il calcio si tinge di vergogna.

28 0


Mattias Gningue © Mugello Sport

Ci sono giorni che il calcio vorrebbe dimenticare, ma che invece rimangono impressi nella memoria collettiva come un amaro monito. Quella di ieri, al termine dell’incontro tra Mattagnanese e Bagnolo, è stata una di quelle occasioni. Un campo che avrebbe dovuto essere il palcoscenico della pura competizione si è trasformato in una scena di disonore. Non a causa del risultato – un netto 0-7 che ha lasciato la squadra di casa senza appello – ma per ciò che è accaduto nella mente di alcuni.

L’atmosfera tesa e il boato della vergogna
Il match è stato teso fin dall’inizio, come spesso avviene quando una squadra, consapevole della propria inferiorità tecnica, si trova ad affrontare un avversario che domina il campo con disarmante facilità. La Mattagnanese era già piegata dalle prime due reti, e nell’aria si percepiva l’eco di una resa prematura. Ma nulla lasciava presagire il veleno che si sarebbe sprigionato poco dopo.

Mattias Gningue, un ragazzo dal sorriso aperto e una grinta che supera i confini del calcio, è stato il bersaglio di insulti che nulla avevano a che fare con il gioco. Parole cariche di odio, che risuonano come un’eco di un passato che ci ostiniamo a non voler seppellire. Gli insulti razzisti, scagliati contro di lui come frecce avvelenate, non hanno solo colpito il giocatore: hanno spezzato il significato stesso dello sport. Continua a leggere su www.mugellosport.it



Fonte notizia

Related Post