Eugenio Giani © FQ
La RSU di ARPAT ha inviato una lettera aperta al Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, lamentando lo stato di agitazione dei lavoratori dell’ARPAT, iniziato nell’ottobre 2023. La lettera critica la gestione dell’Agenzia, accusata di mancanza di visione strategica e di politiche coercitive nei confronti del personale.
A seguire il documento completo:
Firenze, 7-2-2025 – Egregio Presidente Eugenio Giani, è certo che sarà stato informato riguardo al fatto che i lavoratori di ARPAT sono in stato di agitazione da ottobre 2023. Si tratta di un disperato allerta di chi vede l’Agenzia soffocare in un contesto che dovrebbe tutelare l’ambiente e, di conseguenza, la salute dei cittadini toscani. Le cause di questa crisi sono molteplici. Una Direzione priva di ogni strategia e che non si interessa né dell’autorevolezza dell’Agenzia né di fornire strumenti utili ai cittadini per la prevenzione ambientale e la gestione del territorio.
Una Direzione che, oltre a condannare ARPAT all’immobilismo tecnico e operativo, adotta politiche coercitive e vessatorie nei confronti del personale, evitando confronti sindacali o rendendoli inefficaci e inconcludenti, senza prendere decisioni concrete. Il nuovo modello organizzativo di ARPAT, recentemente implementato secondo le direttive della Regione Toscana, intende trasformare l’Agenzia in un “ufficio regionale”, a discapito della terzietà stabilita dalla legge nazionale e in contrasto con un percorso condiviso tra Regione, Agenzia e sindacati, che aveva portato alla modifica della legge istitutiva di ARPAT (LR 30/2009) per riconoscerne l’autonomia. Un percorso che, purtroppo, non è stato completato a causa della mancanza di certezze sui finanziamenti, fondamentali per un’autonomia reale e non solo formale.
Ed eccoci giunti, Presidente, al problema principale: i finanziamenti di ARPAT, da cui dipende il funzionamento dell’Agenzia, le assunzioni e la formazione del personale, l’acquisto di attrezzature, e così via, in altre parole, la capacità di essere efficace nel garantire le attività di protezione e prevenzione ambientale. Quando i lavoratori dell’agenzia hanno proclamato lo stato di agitazione, lo hanno fatto perché ritenevano insufficienti le risorse destinate a ARPAT dalla Regione. In questi lunghi mesi, il dialogo è inspiegabilmente interrotto, portandoci a scoprire che la situazione è diventata drammatica, poiché le risorse sono diminuiti di oltre 1 milione e 200 mila euro, dato che la Regione non ha coperto i recenti rinnovi contrattuali di settore e dirigenza. Sa, Presidente, come ne siamo venuti a conoscenza (anche questa è un’indicazione della mancanza di dialogo tra lavoratori e direzione)?
Da un decreto del Direttore generale che riduce le assunzioni di molte decine di unità nei prossimi 3 anni, portando la dotazione organica ai minimi storici, senza alcuna assunzione prevista per il 2027. I numeri riportati nella tabella di seguito illustrano la situazione generale meglio di qualsiasi discorso: SCARICA IL DOCUMENTO. Dalla lettura del bilancio preventivo emerge una situazione ancora più drammatica con la riduzione di oltre il 30% delle spese per la formazione del personale e una “razionalizzazione” delle voci di spesa, la cui portata fatichiamo a comprendere. No, Presidente Giani, non possiamo accettare il ridimensionamento della capacità operativa di ARPAT, sia come lavoratori sia come cittadini!
No, Presidente Giani, non possiamo accettare il ridimensionamento della capacità operativa di ARPAT, né come lavoratori, né come cittadini!
Chiediamo quindi con fermezza, quali siano gli elementi minimi necessari per garantire la sopravvivenza di ARPAT:
🔹 Il trasferimento integrale delle risorse dovute per il rinnovo contrattuale 2019-21 e analogo impegno per i futuri rinnovi.
🔹 L’adeguamento annuale del bilancio di ARPAT all’inflazione, per garantire la capacità di spesa.
🔹 L’apertura di un tavolo tra Regione, Direzione di ARPAT e le parti sindacali per condividere una riorganizzazione che garantisca il rilancio dell’Agenzia, la sua autonomia e terzietà, e il riconoscimento di risorse certe e adeguate.Riteniamo che la sua azione su questi punti misuri la reale volontà della Regione di avere un adeguato sistema di protezione ambientale.
La RSU di ARPAT