Inaugurata presso la sede della Regione la scultura del volto di Mahsa Amini

Inaugurata presso la sede della Regione la scultura del volto di Mahsa Amini

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Oggi è stata inaugurata nella Sala Pegaso la scultura “I am Mahsa”, che ritrae il volto di Mahsa Jina Amini, un’icona della protesta sociale e culturale del popolo iraniano contro il regime che ha causato la sua morte per non aver indossato l’hijab in modo “corretto”.

Realizzata in bronzo, la scultura del volto della martire è stata possibile grazie all’organizzazione della Florence Biennale, Mostra internazionale di arte contemporanea e design, e con il patrocinio e supporto della Regione Toscana. La scultura troverà collocazione definitiva a Palazzo Strozzi Sacrati.

All’inaugurazione erano presenti il presidente Eugenio Giani, la capo di gabinetto della presidenza e ideatrice de La Toscana delle Donne, Cristina Manetti, e l’assessora alle pari opportunità Alessandra Nardini. Con loro anche Jacopo Celona, direttore della Florence Biennale e presidente dell’Associazione Artimino Contemporanea, Sarah e Giacomo Del Giudice della Fonderia del Giudice, e alcuni docenti della classe di scultura del Liceo Artistico di Porta Romana, oltre all’attivista iraniana Sabri Najafi.

L’artista iraniano Partin Bastan e sua moglie Marjan Najafi, autori del primo bozzetto in creta dell’opera, non hanno potuto partecipare di persona poiché attualmente si trovano in Norvegia per motivi di asilo politico e hanno assistito tramite videoconferenza.

Durante l’evento, è stato annunciato che alla “Movimento donna vita libertà Firenze”, che lo scorso anno ha ricevuto il Pegaso d’oro, la Regione Toscana ha concesso l’autorizzazione per utilizzare una stanza in un edificio in via Capodimondo a Firenze per le loro attività.

“Tutti ricorderete quando nel 2022 Mahsa Amini rifiutò di portare il burka e per questo fu condannata a morte da un regime che nega la libertà – ha dichiarato il presidente Eugenio Giani – Le donne iraniane, anche qui a Firenze, volevano che il simbolo di Mahsa Amini fosse presente nella nostra Sala Pegaso, il cuore della rappresentatività del popolo toscano. Oggi abbiamo inaugurato questa scultura che rimarrà con noi per ricordare Mahsa e le donne dell’antica Persia che lottano per la loro libertà, le cui battaglie ricevono la solidarietà e il supporto di tutti noi.”

“Dopo aver conferito il Pegaso d’oro al movimento di Donna Vita Libertà, il presidente Giani ha detto Cristina Manetti – ora siamo riusciti a fornire anche un luogo fisico per sostenere le loro battaglie. Siamo felici di accogliere questa statua, che rafforza l’impegno della Regione Toscana a fianco delle donne iraniane e curde. Mahsa Amini è solo uno dei simboli di questa lotta e vogliamo che da quanto accaduto nasca la forza per continuare a combattere per tutte le ragazze oggi incarcerate, ricordiamo Pakhshan Azizi, attivista della minoranza curda, la cui vita è a rischio a causa della pena di morte. Da qui, dalla Toscana, parte un grido di libertà e sostegno per tutte le donne e i loro diritti, poiché i loro diritti sono i nostri diritti.”

Un progetto lungo 17 mesi

Tutto ha avuto inizio nell’ottobre 2023, in occasione della XIV Florence Biennale, quando fu allestito lo spazio “I Am Mahsa” dedicato alle artiste iraniane e in ricordo degli eventi che hanno portato alla morte di Mahsa Amini nel settembre 2022 e alla nascita del movimento “Women, Life, Freedom”.

In questo contesto, l’artista iraniano Partin Bastan e sua moglie Marjan Najafi parteciparono alla XIV Florence Biennale grazie all’ospitalità della Fondazione Robert F. Kennedy International House of Human Rights, e davanti a migliaia di visitatori plasmarono dal vivo il modello in creta del volto di Mahsa Amini, un vero e proprio omaggio a un simbolo di trasformazione e lotta per la libertà.

Una volta terminata la Biennale, il modello rimase a Firenze, diventando il “seme” di un’iniziativa più ampia che stava prendendo forma. A gennaio 2024, fu consegnato al Liceo Artistico di Porta Romana, dove i docenti della classe di scultura, Claudia Chianucci, Elena Quirini e Rocco Spina, si attivarono per ricavare un calco in gesso, necessario per la fusione in bronzo successiva.

Nello scorso settembre, il modello in gesso e il calco in lattice furono trasferiti alla Fonderia Del Giudice, una storica azienda toscana di Strada in Chianti che compie 50 anni di attività quest’anno, dove si è proceduto alla fusione in bronzo. Ora, finalmente, si compie l’ultimo atto di un percorso virtuoso iniziato 17 mesi fa: concordato con la Regione, la scultura realizzata trova collocazione negli spazi di Palazzo Strozzi Sacrati, in Piazza Duomo a Firenze, dove rimarrà come ricordo e omaggio all’azione coraggiosa di una donna e monito per le generazioni future.

Fonte: Regione Toscana – Ufficio stampa

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