Giorno del Ricordo: Seduta Solenne in Consiglio Regionale

Giorno del Ricordo: Seduta Solenne in Consiglio Regionale

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“Rivolgo un saluto alle autorità qui presenti e le ringrazio per essere con noi in questo giorno, dedicato dal 2005 dalla Repubblica alla memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata nel secondo dopoguerra. Saluto i nostri ospiti e li ringrazio per il loro prezioso contributo.” Con queste parole Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale, ha inaugurato la seduta solenne del Consiglio regionale, che ha visto la partecipazione di autorità civili e militari. Un saluto particolare e un sentito ringraziamento sono stati rivolti a don Severino Dianich, docente emerito della facoltà teologica di Firenze ed esule con la sua famiglia in quegli anni terribili, ed Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia di Udine, invitati a portare la loro testimonianza. Alla fine della seduta solenne, il presidente Mazzeo e il presidente della Regione, Eugenio Giani, hanno donato una statuetta del Pegaso alato, simbolo della Regione Toscana, ai due ospiti in ricordo di questa giornata.

Mazzeo ha iniziato il suo intervento facendo riferimento a “un fatto di cronaca”, il vile atto vandalico verificatosi recentemente alla foiba di Basovizza. Ha citato le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella riguardo l’accaduto: ‘Nulla può riportare indietro la storia’. E la storia ci ricorda che il dolore generato dall’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane ha impiegato tempo per trovare un riconoscimento nella coscienza della Repubblica”. Il presidente ha aggiunto che “gli attori principali di questo processo sono stati proprio i testimoni di quei giorni e le associazioni degli esuli, qui rappresentate. Essi hanno fornito un contributo fondamentale alla ricostruzione della memoria, che è essenziale per affermare i valori di libertà, democrazia e pace, caratteristici della Toscana e fondamento della nostra convivenza civile.”

“L’istituzione di questa giornata come commemorazione solenne, avvenuta 20 anni fa grazie all’approvazione della legge da parte del Parlamento, è stata voluta da un grande toscano, il Presidente Carlo Azeglio Ciampi – ha spiegato Antonio Mazzeo – e desidero ricordare le sue parole pronunciate nel primo anno di celebrazione del Giorno del Ricordo: ‘Questi drammatici avvenimenti sono parte integrante della nostra storia nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e trasmessi alle nuove generazioni. La tragica efferatezza fu la conseguenza delle ideologie nazionaliste e razziste promosse dai regimi dittatoriali responsabili del secondo conflitto mondiale e dei drammi consecutivi. È tempo che i ricordi ragionati sostituiscano i rancori esasperati. I principi di dignità della persona, rispetto dei diritti fondamentali e dei diritti delle minoranze sono il fondamento dell’Unione Europea’.”

“Essere qui oggi serve precisamente a commemorare e ricordare tutte le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, e a ribadire – ha detto il presidente dell’assemblea regionale Antonio Mazzeo – che quanto accaduto non deve mai più ripetersi. Ricordare fatti così dolorosi, che hanno segnato la vita di tanti Italiani, ci spinge a riflettere su cosa significa ridefinire oggi la nostra identità nazionale nel contesto di una nuova cittadinanza europea aperta al mondo. L’Europa di oggi è il risultato di quel dolore. Gli orrori della Seconda guerra mondiale e l’odio ad essa associato hanno ispirato i politici illuminati del dopoguerra, che hanno dato vita alle istituzioni comunitarie. Oggi siamo cittadini europei a pieno titolo. Siamo Italiani perché Europei e Europei perché Italiani. Siamo fieri di essere europei, in un tempo in cui le identità nazionali (italiani, sloveni, croati) non sono più fonte di divisione, ma di pacifica convivenza e cooperazione. La ferita di una guerra aperta nel cuore dell’Europa genera non solo morte e dolore, ma costringe molti a lasciare le proprie case e terre, a vivere il dramma dell’esodo forzato; questo ci motiva ancor di più a valorizzare e alimentare la memoria che questa giornata rappresenta.”

“Il valore della pace e della convivenza civile è inestimabile e, come tale – ha concluso Mazzeo – richiede ogni sforzo per essere realizzato. È fondamentale rispettare la libertà e i diritti di tutti. Non può esserci vera pace senza giustizia, né si può costruire una convivenza civile sul sopruso e sulla violenza. Proprio in questi giorni, nei luoghi di quel confine orientale che è stato teatro della tragedia commemorata oggi, si è accesa una luce di speranza. Gorizia e Nova Gorica, la parte italiana e quella slovena di una città divisa dalla guerra e separata per anni da un confine che era più di un semplice muro, sono insieme capitale europea della cultura per il 2025. Con questa speranza vogliamo celebrare la giornata di oggi. Senza minimizzare le responsabilità per la tragedia vissuta. Con il rigore della verità storica a cui dobbiamo rifarci. La memoria non ci consegna solo il passato, ma ci fornisce gli strumenti e la consapevolezza per costruire il futuro.”

Fonte: Consiglio regionale della Toscana – Ufficio stampa

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