Eolico – immagine di repertorio © Tess
Presso il Palazzo del Pegaso, l’assessora regionale alla transizione ecologica, Monia Monni, ha presentato questa mattina, in una commissione congiunta Sviluppo economico e rurale, guidata da Gianni Anselmi (Pd), e Territorio e ambiente, presieduta da Lucia De Robertis (Pd), “La disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia a fonte rinnovabile”. La legge regionale si basa sul decreto ministeriale del giugno 2024.
“L’obiettivo della norma – ha dichiarato Monni – è di affrontare le preoccupazioni di amministrazioni, cittadini e agricoltori, trovando un equilibrio che ci permetta di raggiungere gli imprescindibili obiettivi di conversione energetica, senza trascurare la conservazione del paesaggio in un contesto evolutivo e aggiornato ai cambiamenti climatici, dove l’agricoltura deve diventare un supporto e non una competizione”. L’assessora ha sottolineato come la Regione abbia avviato un “percorso di ascolto e approfondimento per elaborare una norma partecipata” e ha chiarito che “la norma si concentra sull’identificazione delle aree idonee e non idonee, compresi i contesti ordinari”; “le aree idonee – ha spiegato – sono quelle in cui si inietta un acceleratore, dove le procedure autorizzative, dopo un’analisi preliminare d’idoneità, possono procedere più rapidamente, facilitando così il percorso di transizione”.
Monni ha evidenziato l’aspetto innovativo dell’atto, affermando “permettere ai Comuni di assumere un ruolo attivo, coinvolgendoli nella responsabilità condivisa”, aggiungendo che “nella redistribuzione – ha proseguito – è necessario considerare fattori correttivi in base alle pressioni esistenti in alcuni territori, come gli impianti attivi e le richieste di nuovi progetti”. Inoltre, “abbiamo scelto di incentivare l’installazione di rinnovabili rispettando la storia della Toscana, evitando un uso predominante dei campi; abbiamo stabilito che ciò che è idoneo nei campi lo può essere solo se il progetto viene presentato da un agricoltore professionale, per evitare concentrazioni speculative”.
Per quanto riguarda l’eolico, Monni ha chiarito “siamo favorevoli”, ma “abbiamo scelto di non definire aree idonee per l’eolico poiché i progetti eolici sono complessi e necessitano di valutazioni specifiche per il sito; pertanto, l’accelerazione e la semplificazione procedurale non sono sostenibili, richiedendo rigore”. Inoltre, l’assessora ha ricordato che sarà necessaria una selezione sui numerosi progetti proposti, basata sulla qualità progettuale.
Monni ha aggiunto che “la legge nazionale stabiliva che il 70% del nostro territorio regionale fosse idoneo; la nostra legge rovescia questa proporzione, affermando che il 70% della superficie regionale non è idoneo, mentre il 30% comprende aree idonee e ordinarie”.
Questa “legge si sviluppa in due fasi”: dopo l’approvazione che identifica le aree idonee, i comuni avranno probabilmente 60 giorni per ridefinire le aree sul loro territorio e 30 giorni per le province e le città metropolitane; “è un aspetto innovativo” in quanto è giusto che un comune decida dove localizzare le funzioni che trasformeranno il proprio territorio.
È stato specificato che “l’Italia ha stimato che per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, è necessario un aumento di 80 GW di potenza da impianti rinnovabili entro il 2030; all’assegnazione alla Toscana spetta 4,25 GW, pari al 5,25% del totale nazionale”. Le regioni devono quindi identificare le aree idonee per raggiungere questo obiettivo.
“Di fronte a un obiettivo energetico assegnato alla Regione, lo Stato richiede la definizione di aree idonee – interviene il presidente Anselmi – questo genera una legittima preoccupazione diffusa, dovuta alla necessità che la legge definisca delle aree e al possibile impatto sui territori; credo sia opportuno focalizzarsi su due punti chiave, come afferma il quadro della legge: attribuire ai comuni un ruolo di protagonismo forte, poiché sono i più consapevoli delle tensioni e conoscono meglio il territorio” e “in secondo luogo, è importante avere meccanismi che operino su scala extra-comunale, di area vasta, che permettano negoziazioni tra comuni e ragionamenti strategici”. “Mi auguro ci sia massima collaborazione da parte di tutte le forze – conclude Anselmi – poiché la transizione energetica non è un pranzo di gala, ma un percorso che richiede cura e considerazione per il territorio, il paesaggio e la produzione agricola, e credo debba essere un valore condiviso da tutte le sensibilità politiche, tanto quanto lo sviluppo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili come alternativa a quelle fossili”.
Domani, mercoledì 22 gennaio, si svolgeranno le consultazioni sulla proposta di legge all’interno della commissione congiunta.