Si sta cercando di ampliare l’esperienza toscana, recentemente culminata con l’approvazione di una legge all’inizio dell’anno, a livello nazionale. Si passa così da una Toscana diffusa a un’Italia diffusa, promuovendo un modello capace di gestire i flussi turistici. Questo è stato il tema trattato stamattina a tourismA, il Salone dell’archeologia e del turismo culturale. Durante l’incontro intitolato ‘Italia Diffusa. Riflessione sull’importanza turistica delle piccole e medie città a partire dal caso Toscana’, sono intervenuti, oltre all’assessore all’economia e al turismo Leonardo Marras, anche gli assessori Frisoni (Emilia Romagna) e Casucci (Campania).
“Il tema discusso oggi – ha dichiarato Marras – nasce dal desiderio di esaltare l’esperienza toscana e immaginarla estesa a tutto il Paese. Si tratta di uno sforzo volto a comprendere il fenomeno della concentrazione dei flussi turistici e le sue conseguenze trasversali, che interessa non solo la Toscana ma l’intera Italia. È collegato alle scelte urbanistiche e alle scelte sulla mobilità.”
La diffusività viene vista come un’esaltazione di alcune caratteristiche peculiari di determinati luoghi rispetto ad altri, oppure come la necessità di instaurare una connessione tra le aree più marginali e quelle più importanti. “L’interesse verso particolarità di località cosiddette minori è aumentato – ha proseguito Marras -. Questo è stato in parte favorito dalla pandemia: una maggiore diffusione della connettività ha aumentato e facilitato le occasioni di fruizione, con minor affollamento e una preferenza per la vita all’aperto. Questo trend è continuato anche dopo l’emergenza, incentivando il miglioramento dei servizi, dell’accessibilità e dell’organizzazione dell’accoglienza. Anche il nuovo Testo unico sul turismo, approvato a fine 2024 e che il governo si prepara a impugnare, ha tentato di gestire il fenomeno dell’uso delle abitazioni a fini turistici, cercando di conciliarsi con le esigenze dei proprietari, quelle collettive e quelle dei turisti. Questi fattori riguardano molte grandi città italiane.”
Da qui nasce l’esigenza di spostare l’attenzione dei turisti verso altre località, “che possono attrarre quelli non esclusivamente interessati a un’esperienza omologata – ha continuato Marras -. Sfruttando la notorietà di questi luoghi per gestire, e in certo modo orientare, determinati flussi. Il progetto di Toscana diffusa si è proprio focalizzato sul concetto di unire, non separare. Sfruttare i legami tra i territori, attraverso tutti gli strumenti a nostra disposizione, per costruire un’offerta consapevole. È fondamentale, però, che le comunità prendano coscienza del loro patrimonio e del giacimento culturale che meritano di essere preservati e di cui essere orgogliosi. È per tutto questo – ha concluso – che ritengo sia necessaria una riflessione a livello di politica nazionale. È necessario avere una visione che si estenda dai singoli luoghi all’intero territorio di cui fanno parte, con tutte le sue ricchezze materiali e immateriali, che possano creare una rete e valorizzare il concetto di diffusività.”