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Il fenomeno della desertificazione commerciale in Toscana sta assumendo proporzioni preoccupanti, con un significativo calo delle attività di vicinato. Secondo i dati forniti da Confesercenti Toscana, nel 2024 si sono registrate in media 10 chiusure di negozi al giorno, contro sole 4,2 nuove aperture, per un totale di 3.645 chiusure annuali. Questa tendenza ha colpito oltre 200 comuni negli ultimi dieci anni, compromettendo l’accesso ai servizi essenziali per 1,3 milioni di toscani.
Durante il convegno “Se vive il commercio, vivono le città”, il presidente di Confesercenti Toscana, Nico Gronchi, ha messo in luce le cause principali della crisi: l’impatto della concorrenza del commercio online, l’aumento dei costi energetici e la diminuzione della popolazione nei piccoli centri. La desertificazione commerciale colpisce in particolare le zone più periferiche e i comuni con meno di 5.000 abitanti, dove la perdita di attività commerciali è accompagnata da un progressivo spopolamento.
I settori più colpiti includono il commercio al dettaglio di latte e prodotti lattiero-caseari (-50%), elettronica ed elettrodomestici (-44,8%), abbigliamento per bambini (-39,1%) ed edicole (-34%). Anche i negozi di bevande, ortofrutta e ferramenta hanno registrato un notevole calo. Tuttavia, alcuni comparti, come le panetterie e le tabaccherie, hanno dimostrato una maggiore resilienza grazie alla diversificazione dei servizi che offrono.
Di fronte a questa emergenza, Confesercenti Toscana ha presentato tre proposte concrete per contrastare la desertificazione commerciale:
- Agevolazioni fiscali per le piccole imprese: introduzione di incentivi per i negozi di vicinato, una flat tax per le nuove attività nelle aree più colpite e semplificazione delle procedure burocratiche.
- Poteri speciali ai Sindaci: maggiore autonomia per le amministrazioni locali nel promuovere iniziative di rilancio economico e adottare misure specifiche contro la chiusura dei negozi.
- Creazione di un Fondo per la Rigenerazione Urbana: finanziato attraverso la tassazione sulle vendite delle grandi piattaforme online, con l’obiettivo di sostenere il commercio locale e riqualificare i centri urbani.
Il dibattito ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali e del settore, tra cui l’assessore al Commercio della Regione Toscana, Leonardo Marras, la presidente di ANCI Toscana, Susanna Cenni, e il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni. Quest’ultimo ha sottolineato che la chiusura delle attività commerciali nei borghi e nei piccoli comuni costituisce un rischio non solo economico, ma anche sociale, minando la qualità della vita e la coesione territoriale.
Secondo Gronchi, è fondamentale tradurre queste proposte in azioni concrete per salvaguardare il tessuto economico della Toscana. Misure come lo Small Business Act, la Giornata Europea del Commercio di prossimità e la Legge sulla Toscana diffusa devono essere potenziate per garantire la sopravvivenza delle imprese locali. “Se vive il commercio, vivono le città,” ha concluso Gronchi, ribadendo l’impegno di Confesercenti nel sostenere un settore vitale per l’identità e il benessere della regione.