Fino al 2 febbraio 2025, è possibile visitare ad Arezzo la Galleria comunale d’arte contemporanea e la Sala Sant’Ignazio, dove attualmente è in corso la mostra Vasari. Il Teatro delle Virtù. Questa esposizione è curata da Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle arti del disegno, con la supervisione tecnica e scientifica di Alessandra Baroni, docente di storia dell’arte all’Università di Rochester. L’iniziativa è realizzata dal Comune con la collaborazione della Fondazione CR Firenze e della Fondazione Guido d’Arezzo.
In occasione del 450° anniversario della morte del grande aretino, la mostra offre l’opportunità di contemplare una selezione delle sue opere, molte delle quali provengono da importanti collezioni internazionali, come Il banchetto per le nozze di Ester ed Assuero, che si distingue per le sue dimensioni, il numero di figure raffigurate e l’alta qualità artistica.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da Mandragora, che presenta il percorso espositivo attraverso un ampio repertorio di saggi, schede e immagini, offrendo ai lettori e ai visitatori una comprensione approfondita dell’opera di Vasari.
“La Regione ha l’intenzione – afferma Eugenio Giani – di proseguire nel 2025 con le celebrazioni vasariane, organizzando una serie di eventi per commemorare i 550 anni dalla nascita di Michelangelo Buonarroti. Vasari sarà protagonista nella divulgazione della grandezza del maestro durante la sua assenza da Firenze. Nell’ambito delle celebrazioni, la Regione prevede anche una ristampa del suo libro Ragionamenti, pubblicato per la prima volta nel 1558, in cui Vasari racconta in modo vivo e autentico la storia della Toscana di quel periodo, descrivendo in dialogo con Francesco I le opere che ha realizzato e che oggi possiamo ammirare nel salone dei Cinquecento e nei saloni Monumentali di Palazzo Vecchio.”
“Arezzo ha voluto celebrare questa ricorrenza – evidenzia il sindaco Alessandro Ghinelli – onorando Vasari in tutte le sue espressioni culturali: quella pittorica, come rappresentata nella mostra, la sua funzione di fondatore della storia dell’arte italiana nelle Vite, e il suo contributo architettonico, evidente nella sistemazione urbanistica di Piazza Grande e delle sue logge, che conferiscono alla platea Communis un nuovo ruolo di centro politico della città. Parte di questo tributo a Vasari comprende anche l’allestimento della Sala Sant’Ignazio, che ospita le maestose pale d’altare dipinte dal maestro, rendendo lo spazio sacro particolarmente suggestivo. L’immagine di copertina del catalogo Mandragora è tratta dall’Allegoria dell’Immacolata Concezione, da cui prende ispirazione l’intera mostra.”
“Ho avuto modo di osservare personalmente – spiega Cristina Acidini – il valore universale e l’interesse che circondano l’eredità artistica e culturale di Vasari durante un ciclo di incontri in Cina, dove studiosi e appassionati desiderano approfondire il messaggio di Le vite. L’idea che ha guidato la realizzazione della mostra aretina e del catalogo è volta a esaltare il contesto culturale e allegorico del lavoro di Vasari: scrittore, collezionista d’arte e ideologo della corte fiorentina, nonché la sua dimensione visiva, in cui si ammirano la bellezza e la complessità delle sue opere. Ogni dettaglio e ogni sfumatura rivelano la poliedricità di un personaggio che ha interpretabile un secolo intricato. È per questo che si parla di teatro: dietro ogni simbolo c’è un significato approfondito in stretto contatto con i migliori ingegni del suo tempo.”